In questo
terribile periodo dominato dal coronavirus sono molte le parole di cui
abbiamo scoperto, o riscoperto, il vero significato. Sembra doveroso
fissare questi pensieri in una specie di piccolo vocabolario per non
dimenticarli quando questo orrore sarà passato.
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Tra
i tantissimi lutti e le infinite disgrazie che sono andate a colpire
l’economia, il lavoro, la cultura, la società in genere, il Covid-19 ci
ha portato, a sorpresa, anche alcuni cambiamenti che, presentandoci una
realtà migliorata, non possono non indurci a riflettere.
Dal punto di vista materiale, per
esempio, costringendoci all’inattività e allo stare a casa, ha fatto sì
che la qualità dell’aria sia migliorata a dismisura, eliminando in gran
parte veleni e polveri sottili dovuti all’attività umana e lasciando
aleggiare nell’aria quasi soltanto le particelle più grosse, ma
assolutamente indipendenti dalla volontà dell’uomo, come i microscopici
frammenti di sabbia e di roccia portare dai venti dall’Africa, o
dall’Asia.
E in pochissimo tempo – perché
nell’ottica del divenire di un pianeta alcuni mesi sono molto meno di un
battere di ciglia – ha provocato una tale ripulitura del mare
dall’inquinamento che l’acqua dei canali di Venezia, che normalmente era
torbida e ricordava abbastanza da vicino quella delle discariche
chimiche a cielo aperto, è ridiventata limpida e ha ripreso a essere
popolata da pesci che vi sono tornati perché si sentono di nuovo in un
ambiente non poiù pericoloso per la loro sopravvivenza.
Molto più difficilmente misurabili,
proprio perché il periodo è troppo breve, sono le conseguenze
sull’effetto serra e, quindi, sul riscaldamento generale del pianeta, ma
c’è da scommettere che, se questo trend basato sulla diminuzione di
anidride carbonica pompata nell’atmosfera andasse avanti, già in un anno
potremmo toccare con mano un’inversione di tendenza, o, almeno, uno
stallo.
D’altro canto siamo tutti a sognare
che riprenda la nostra vita produttiva e sociale e, quindi, tutti
pensiamo a un futuro in cui, al di là dell’uso stagionale del
riscaldamento casalingo, le fabbriche tornino a produrre e i mezzi di
trasporto a circolare. Questo significa che le cose debbano tornare a
essere com’erano prima dell’epoca del coronavirus? Molto probabilmente
sarà così, ma non necessariamente. Moltissimo dipenderà da noi e da come
abbiamo vissuto questo periodo, da come avremo saputo apprezzare alcune
cose e da come non avremo potuto sopportare alcune altre.
Inoltre è evidente che tutto
dipenderà da noi, ma in due maniere: o direttamente, o per interposta
persona, per delega, o, meglio, con il tramite della democrazia
rappresentativa.
In maniera diretta, infatti,
potremmo capire che il girare ognuno con la propria automobile può
essere assolutamente gratificante, ma molto comodo può risultare anche
utilizzare i mezzi pubblici sui quali, mentre sei trasportato dove
desideri andare, puoi pensare, leggere, scrivere, telefonare, guardare
filmati, lavorare. Questo, ovviamente, non significa instaurare una
specie di manicheismo contro i mezzi privati, ma può spingere a usarli
di meno, pur senza rinunciarvi quando i mezzi pubblici non offrono
facili accessi, oppure orari accettabili. Se poi il piacere di avere
aria e acqua pulite è avvertito in maniera forte, può diventare più
stringente anche lo stimolo a stare più attenti alle immondizie,
praticando con attenzione la raccolta differenziata e badando bene a non
disperdere nell’ambiente liquidi pericolosi e batterie ricche di
metalli inquinanti.
E dipenderà dalle scelte dei
politici che avremo eletto noi se altre attenzioni saranno applicate per
salvaguardare la salute generale. La tecnologia, per esempio ha già da
anni escogitato vari accorgimenti per ridurre le emissioni gassose
dannose nell’atmosfera e liquide nei corsi d’acqua e nei mari, ma ancora
alcune leggi sono inadeguate, vengono concesse deroghe difficilmente
condivisibili, i controlli non sono né attenti, né costanti. Va da sé,
quindi, che di pari passo con i progressi della scienza e della
tecnologia dovrebbero avanzare anche gli strumenti legislativi, quelli
applicativi e quelli di controllo. Dipenderà esclusivamente da quello
che avremo imparato e dalla nostra volontà.
Si dirà che fin quando, in varie
parti del mondo, resteranno al potere figuri che dell’ambiente non soltanto
non si interessano, ma addirittura ne vedono la cura come una
minaccia a se stessi, la lotta per l’ambiente resterà sempre zoppa.
Vero. Ma la democrazia ci assicura che quei personaggi non saranno
eternamente nel posto che oggi occupano.
Si dirà anche che, per salvare
l’ambiente, dovremo accettare una certa quota di limitazioni e di
scomodità. Vero anche questo. Eppure ormai siamo consci che anche
restare confinati a casa è una scomodità eppure – lo affermano le
ricerche di assoluta serietà – questo sacrificio generale ha salvato la
vita a decine di migliaia di persone. Ne è valsa sicuramente la pena.
Le altre parole: Abbraccio, Burocrazia, Anonimo, Confine, Democrazia, Denaro, Dignità, Europeismo, Futuro, Infodemia, Libertà, Natura, Scelta, Sogno, Solidarietà, Tempo, Vulnerabilità.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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