mercoledì 8 aprile 2020

Le parole del virus: Ambiente

In questo terribile periodo dominato dal coronavirus sono molte le parole di cui abbiamo scoperto, o riscoperto, il vero significato. Sembra doveroso fissare questi pensieri in una specie di piccolo vocabolario per non dimenticarli quando questo orrore sarà passato.
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Tra i tantissimi lutti e le infinite disgrazie che sono andate a colpire l’economia, il lavoro, la cultura, la società in genere, il Covid-19 ci ha portato, a sorpresa, anche alcuni cambiamenti che, presentandoci una realtà migliorata, non possono non indurci a riflettere.

Dal punto di vista materiale, per esempio, costringendoci all’inattività e allo stare a casa, ha fatto sì che la qualità dell’aria sia migliorata a dismisura, eliminando in gran parte veleni e polveri sottili dovuti all’attività umana e lasciando aleggiare nell’aria quasi soltanto le particelle più grosse, ma assolutamente indipendenti dalla volontà dell’uomo, come i microscopici frammenti di sabbia e di roccia portare dai venti dall’Africa, o dall’Asia.

E in pochissimo tempo – perché nell’ottica del divenire di un pianeta alcuni mesi sono molto meno di un battere di ciglia – ha provocato una tale ripulitura del mare dall’inquinamento che l’acqua dei canali di Venezia, che normalmente era torbida e ricordava abbastanza da vicino quella delle discariche chimiche a cielo aperto, è ridiventata limpida e ha ripreso a essere popolata da pesci che vi sono tornati perché si sentono di nuovo in un ambiente non poiù pericoloso per la loro sopravvivenza.

Molto più difficilmente misurabili, proprio perché il periodo è troppo breve, sono le conseguenze sull’effetto serra e, quindi, sul riscaldamento generale del pianeta, ma c’è da scommettere che, se questo trend basato sulla diminuzione di anidride carbonica pompata nell’atmosfera andasse avanti, già in un anno potremmo toccare con mano un’inversione di tendenza, o, almeno, uno stallo.

D’altro canto siamo tutti a sognare che riprenda la nostra vita produttiva e sociale e, quindi, tutti pensiamo a un futuro in cui, al di là dell’uso stagionale del riscaldamento casalingo, le fabbriche tornino a produrre e i mezzi di trasporto a circolare. Questo significa che le cose debbano tornare a essere com’erano prima dell’epoca del coronavirus? Molto probabilmente sarà così, ma non necessariamente. Moltissimo dipenderà da noi e da come abbiamo vissuto questo periodo, da come avremo saputo apprezzare alcune cose e da come non avremo potuto sopportare alcune altre.

Inoltre è evidente che tutto dipenderà da noi, ma in due maniere: o direttamente, o per interposta persona, per delega, o, meglio, con il tramite della democrazia rappresentativa.
In maniera diretta, infatti, potremmo capire che il girare ognuno con la propria automobile può essere assolutamente gratificante, ma molto comodo può risultare anche utilizzare i mezzi pubblici sui quali, mentre sei trasportato dove desideri andare, puoi pensare, leggere, scrivere, telefonare, guardare filmati, lavorare. Questo, ovviamente, non significa instaurare una specie di manicheismo contro i mezzi privati, ma può spingere a usarli di meno, pur senza rinunciarvi quando i mezzi pubblici non offrono facili accessi, oppure orari accettabili. Se poi il piacere di avere aria e acqua pulite è avvertito in maniera forte, può diventare più stringente anche lo stimolo a stare più attenti alle immondizie, praticando con attenzione la raccolta differenziata e badando bene a non disperdere nell’ambiente liquidi pericolosi e batterie ricche di metalli inquinanti.

E dipenderà dalle scelte dei politici che avremo eletto noi se altre attenzioni saranno applicate per salvaguardare la salute generale. La tecnologia, per esempio ha già da anni escogitato vari accorgimenti per ridurre le emissioni gassose dannose nell’atmosfera e liquide nei corsi d’acqua e nei mari, ma ancora alcune leggi sono inadeguate, vengono concesse deroghe difficilmente condivisibili, i controlli non sono né attenti, né costanti. Va da sé, quindi, che di pari passo con i progressi della scienza e della tecnologia dovrebbero avanzare anche gli strumenti legislativi, quelli applicativi e quelli di controllo. Dipenderà esclusivamente da quello che avremo imparato e dalla nostra volontà.

Si dirà che fin quando, in varie parti del mondo, resteranno al potere figuri che dell’ambiente non soltanto non si interessano, ma addirittura ne vedono la cura come una minaccia a se stessi, la lotta per l’ambiente resterà sempre zoppa. Vero. Ma la democrazia ci assicura che quei personaggi non saranno eternamente nel posto che oggi occupano.

Si dirà anche che, per salvare l’ambiente, dovremo accettare una certa quota di limitazioni e di scomodità. Vero anche questo. Eppure ormai siamo consci che anche restare confinati a casa è una scomodità eppure – lo affermano le ricerche di assoluta serietà – questo sacrificio generale ha salvato la vita a decine di migliaia di persone. Ne è valsa sicuramente la pena.

Le altre parole: Abbraccio, Burocrazia, Anonimo, Confine, Democrazia, Denaro, Dignità, Europeismo, Futuro, Infodemia, Libertà, Natura, Scelta, Sogno, Solidarietà, Tempo, Vulnerabilità.


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