Lo
sapevamo già, ma è sempre bene ripeterlo: è certo che per continuare a
votare a sinistra (o almeno a centrosinistra) ci vuole davvero una bella
testardaggine, oltre che una inesauribile capacità di sognare.
Prendiamo
le ultime tre cose che mi hanno colpito profondamente due delle quali
sicuramente saranno causa di ulteriori allontanamenti dal PD e non per
mere questioni di forma, bensì di sostanza.
Cominciamo
con quel «Fassina chi?» detto da Renzi e che giustamente (la dignità ha
ancora un peso) ha portato alle dimissioni il viceministro
all’economia. Ma in quale sinistra italiana, se non in quella corrotta e
stravolta da altre pulsioni molto diverse (il socialismo craxiano, per
esempio), si è mai irriso il collega di partito sconfitto in una
consultazione elettorale? Se è vero – come ha scritto Krippendorff – che
è l’insoddisfazione il carburante che muove il motore della sinistra,
allora Renzi (verrebbe voglia di dire «Renzi chi?», ma sarebbe
un'inaccettabile caduta di stile) ha dispensato davvero intere autobotti
di carburante perché a vederlo rappresentare e guidare il PD in quella
maniera ha reso ulteriormente insoddisfatte tantissime persone che quel
PD hanno votato.
Continuiamo
con l’aneurisma che ha colpito Pierluigi Bersani, uomo capace,
rigoroso, leale, onesto e corretto, sempre dotato di quel rispetto verso
colleghi di partito e avversari della cui mancanza in altri personaggi
ho appena finito di lamentarmi. Quelle che per me continuano a essere
importanti doti umane e politiche da altri sono state usate come
manifesto d’accusa di una sconfitta fortemente voluta da altri, tra cui
quei 101 vigliacchi che hanno affossato Prodi, che non hanno mai avuto
il coraggio di mostrare la faccia e che oggi continuano a prosperare in
un PD che non ha ancora trovato la forza di effettuare una salvifica
disinfestazione.
Terzo
avvenimento, apparentemente piccolo, ma importantissimo: la decisione
di Gianni Torrenti – ma evidentemente avvallata dalla nostra intera
giunta regionale – di tagliare completamente i fondi al Teatro Club e,
di riflesso, al Palio Teatrale Studentesco che è una delle
manifestazioni scolastiche più antiche e più apprezzate in Italia.
Sarebbe questa la sinistra che dice di difendere la cultura e va a
colpire proprio gli ambiti e le età nei quali la cultura comincia non
soltanto a formarsi, ma soprattutto a radicarsi? Sarebbe questa la
sinistra che, a tutti i livelli, ha sempre detto che il berlusconismo ha
vinto per vent’anni grazie proprio alla mancanza di cultura? Sarebbe
questa la sinistra alla quale dovremmo guardare con la speranza di
cambiare finalmente strada?
Ci
sarebbero da dire moltissime altre cose, ma per il momento basta
ricordare che finora abbiamo dimostato di avere una grandissima capacità
di inghiottire rospi, ma che questi rospi stanno diventando sempre più
grossi e che prima o dopo non andranno più giù.
Idealismi,
valori e ideologie finora sono riusciti a mantenere insieme i cocci dei
partiti: se vengono definitivamente rimossi anche questi collanti,
forse il PD vincerà, ma non sarà sicuramente più il PD. E, per quanto mi
riguarda, sarò ancora insoddisfatto.
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