Il giuslavorista Pietro Ichino
afferma che il comportamento dell’azienda svedese dell’Electrolux nei
confronti degli operai italiani ai quali, a parità di lavoro domanda una
diminuzione di stipendio di circa il 40 per cento, se questi posti di lavoro
li vogliono conservare, non è un ricatto, bensì la raffigurazione di un
sistema in crisi. Il finanziere Davide Serra, dal canto suo, scrive in
un tweet che la richiesta di Electrolux è «non auspicabile», ma
razionale.
Si potrebbe replicare a queste due
affermazioni facendo spallucce, se questi due signori fossero di destra,
ma il problema è che il primo è stato il principale ispiratore
economico di Renzi e il secondo è il principale sponsor economico
dell’attuale segretario del PD. Molto mi colpisce il fatto che Renzi non
abbia sentito il bisogno di separare la propria posizione da due
persone che indubbiamente gli sono state e probabilmente gli sono ancora
vicine.
Il sospetto, poi, non si dissolve
ascoltando la responsabile Lavoro del PD, Marianna Madia che non
apprezza la proposta dell’Electrolux, ma dice anche che «per trattenere
qui il lavoro dovremo fornire alle aziende condizioni adatte». A me
sarebbe piaciuto anche sentirla dire che per trattenere in questo mondo i
lavoratori si dovrà fornire loro un’entrata economica adeguata al
lavoro che svolgono e alle necessità della loro sopravvivenza.
Per fortuna anche tra i renziani c’è
qualcuno che continua a sentire come propri i valori del centrosinistra
tra i quali al primo posto non ci sono soltanto i desiderata delle
industrie per far ulteriormente lievitare gli utili, ma anche le
necessità dei cittadini. Debora Serracchiani, per esempio, scrive in
maniera totalmente condivisibile: «No al ricatto sulla pelle degli operai e della popolazione».
È certo che, dopo il dialogo di
«profonda sintonia» di Renzi con Berlusconi su una legge elettorale che
dona al condannato ed espulso nuova apparente legittimità politica,
questa posizione morbida davanti al ricatto dell’Electrolux fa aumentare
a dismisura i nostri dubbi.
Detto in soldoni: è il partito che
ha sbagliato la scelta del suo segretario? O è il segretario che ha
sbagliato partito? O, ancora, siamo noi ad avere sbagliato a votare PD
credendo fosse tutto un partito di centrosinistra?
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