domenica 28 gennaio 2018

A prima vista

Quanti, a prima vista, leggendo che aveva rinunciato al seggio sicuro di Sassuolo per «rispetto dei militanti che nessuno ha ascoltato», hanno pensato: «Bravo Cuperlo, persona intelligente e coerente, capace di ribellarsi perché ancora dotato di etica politica e democratica»? Credo siano stati in molti. E sicuramente io ero tra loro.
Ma soltanto a prima vista. Dopo, immediatamente dopo, nei suoi confronti è montata la rabbia perché, ha anche assicurato che comunque farà campagna elettorale per il PD, ma in realtà per Renzi che ha occupato oltre l’80 per cento dei posti disponibili con i suoi fedelissimi e che, quindi, continuerà a fare da satrapo nel suo partito.

Possibile che Cuperlo, intelligente, coerente, eticamente attrezzato, non si renda ancora conto di essere stato complice di chi ha distrutto scientemente quello che era il punto di maggior aggregazione del centrosinistra? Possibile che non venga neppure il dubbio che senza lui e gli altri che hanno voluto restare all’interno del PD per combattere Renzi, ma in realtà legittimandone l’operato, la parabola dell’ex sindaco di Firenze forse sarebbe già finita, o, almeno, avrebbe potuto combinare meno guai, tra i quali il più grave è, appunto, la mutazione genetica del PD che non ha distrutto soltanto la sua natura originaria, ma ha inferto colpi terribilmente gravi a tutto quello che era il centrosinistra italiano?

Ci sono dubbi che questa mutazione sia ormai stata completata? Non credo proprio: pensate soltanto al fatto che con il PD corrono Casini e la Lorenzin, mentre resta fuori, tanto per fare un solo esempio, Luigi Manconi. E, se è vero che in politica i volti diventano importanti soltanto in base a quello che è contenuto nei cervelli che dietro quei volti stanno, allora appare evidente che il PD di Renzi preferisce l’artista dell’equilibrismo che ha passato una vita a saltabeccare dal centrodestra (che ha sempre intimamente preferito) al centrosinistra, a seconda di chi gli garantiva maggiori vantaggi, o la ex passionaria berlusconiana alle campagne di civiltà portate avanti da un uomo che si è battuto per quegli obbiettivi anche quando apparivano irrealizzabili.

È possibile che Cuperlo e compagni, tra i quali Orlando ed Emiliano, non sappiano che la storia è piena di esempi di brave persone che hanno permesso disastri terribili nel nome di una supposta fedeltà a ideali che non esistevano più perché, pur lasciando loro il medesimo nome, ne avevano cancellato la sostanza?

E vale poco anche riesumare il vecchio ritornello che il PD con Bersani aveva perso e con Renzi ha vinto: la realtà è che con Bersani aveva vinto troppo poco, ma quanto è bastata a far governare il PD per l’intera legislatura, mentre con Renzi ha vinto soltanto alle Europee, quanto l’allora neo presidente del Consiglio molto aveva appena promesso e non aveva ancora tradito le sue promesse. Da quel momento in poi ha perduto sempre e comunque.

Si dirà che ai soprusi nelle guerre sulle liste non bisogna dare soverchia importanza perché tutti li praticano: basti pensare a Forza Italia, o alla Lega, o ai Cinque stelle. D’accordo, ma i primi due non hanno mai preteso di fare democrazia democraticamente e i grillini hanno già dimostrato ampiamente che il web è soltanto un bluff. E, poi, comunque non puntano a rivolgersi a un elettorato particolarmente sensibile alla democrazia.

Come spesso accade, insomma, la prima vista inganna e perseverare nell’errore più che diabolico e capace di far montare la rabbia, è davvero drammatico per tutta la sinistra italiana.

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