Ma davvero
pensate che per poter risollevare l’Italia siano importanti i nomi dei
candidati presenti sulle liste elettorali e non le idee? Ma davvero
credete che non sia proprio questa mancanza di progetti e di ideali a
determinare quella fuga dalle urne che tutti dicono di temere, ma che
nessuno si impegna a evitare?
Ci sarebbe da ridere, se non fosse
che ad andarci di mezzo è la residua salute del Paese, a vedere come si
accapigliano per un posto “sicuro”. Lo fanno perché pensano di avere
poteri taumaturgici, o, più semplicemente, per ambizioni personali?
Baruffe sanguinose, accuse e abbandoni sono stati gli ingredienti che
hanno riempito queste giornate cancellando dalla ribalta qualsiasi
progetto politico. Colpi di scena con l’apparizione di volti inattesi e
la sparizione di altri, dati praticamente per sicuri; rivolte di
corrente e di territorio; cancellazioni di cose già decise e lunghe
veglie in armi. La recita è la stessa praticamente in tutti i partiti
con troppi candidati per troppo pochi posti. E con la loro speranza che
poi quei posti non diminuiscano ulteriormente. L’unica cosa certa è che
di democrazia non si parla proprio.
Agli elettori non resta che
sorridere (poco) e sogghignare (molto) pensando a quanti erano convinti
di essersi conquistati un posto con obbedienza e servilismo e che si
sono visti retrocedere, o addirittura cancellare, perché qualcuno si è
dimostrato più accomodante di loro, o perché qualcun altro da l’idea che
potrebbe raccattare qualche voto personale in più. E i voti per
individuare il percorso politico migliore? Non interessano quasi a
nessuno.
Si dirà che tutto questo è sempre
accaduto. È vero, ma non del tutto perché molti dei peggioramenti
dipendono da una legge elettorale assurda prima che truffaldina e con un
certo olezzo di incostituzionalità.
Sarebbe da far partire una caccia a quella volpe che ha costruito il
Rosatellum, ma si sa già di chi si tratta e, nonostante le follie di
questa politica, ci si riesce ancora a stupire che sia stato premiato
con la sicurezza di tornare in Parlamento.
Talvolta viene il dubbio che a non
pochi dei nostri politici non servirebbe chiedere «Ma davvero pensate
che…?», perché sarebbe sufficiente dire «Ma davvero pensate?».
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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