Il tema della
buona educazione è stato da me toccato una sola volta durante questa
lunghissima campagna referendaria: quando ho annotato che, nel dibattito
televisivo tra loro, con la sua indefettibile presenza era diventata
una pesante palla al piede per chi (Zagrebelsky) ne aveva fatto una
pratica quotidiana, mentre con la sua totale assenza era stata una
potente arma propagandistica nelle mani di chi (Renzi) forse ne aveva
sentito parlare in gioventù, ma poi ne aveva eliminato qualsiasi traccia
perché avrebbe potuto fare da freno in alcune sue attività.
Ora, visto che le offese sono
diventate il pane quotidiano di Renzi, ma anche di Grillo e di una parte
del fronte del No che si colloca nel centrodestra, ritengo giusto far
rimarcare la differenza del Fronte del No che da sempre cerca di entrare
nel merito, visto che Renzi e i suoi navigano a slogan; ma anche
ribadire certe verità che, probabilmente per un eccesso di fair play,
sono state accennate all’inizio e poi sono rimaste soltanto sullo
sfondo.
Prima questione: la sentenza della
Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum.
Ebbene, visto che la riforma Renzi-Boschi–Napolitano è stata approvata a
colpi di maggioranza, diventa importante il fatto che questa
maggioranza sia abusiva e illegittima. Visto che la Corte ha ritenuto
fondato il parere di chi vedeva «una oggettiva e grave alterazione della
rappresentanza democratica» nelle attuali Camere in quanto quella legge
ha costruito una maggioranza diversa rispetto al verdetto del voto
popolare. La Corte ha aggiunto che le Camere potevano comunque restare
in carica per il principio di continuità dello Stato, ma il principio di
continuità si riferisce a normale amministrazione e alla redazione di
una nuova legge elettorale, non al fatto che si possa usare il margine
garantito da una maggioranza incostituzionale per cambiare la
Costituzione. Se il Porcellum non ci fosse stato, il PD non avrebbe
oltre 350 deputati, ma sarebbe abbondantemente al di sotto dei 200 e
molto probabilmente Renzi non si sarebbe lasciato tentare di scalare un
posto di potere con una maggioranza inesistente.
Ma, pensando a quelli del PD che
voteranno come vuole Renzi, vorrei invitarli ad andare a rileggersi quel
“Manifesto dei Valori” che è ancora vigente ed è consultabile e
scaricabile dal sito internet dello stesso Pd. Quel manifesto risentiva
ancora della vergogna di cui si era macchiato il Centrosinistra quanto,
nel 2001, aveva approvato a colpi di maggioranza la riforma
costituzionale del Titolo V, e, infatti, vi si legge un testo da cui
trasuda, palpabile, il rimorso per quello che era stato fatto e il
proponimento di non ripetere più il medesimo errore.
Il testo dice: «La sicurezza dei
diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della
Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza
del momento, e che resta la fonte di legittimazione e di limitazione di
tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire
la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter
fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di
maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento
di revisione costituzionale».
Sono parole inequivocabili che,
infatti, presupponevano la modifica dell’articolo 138 della Costituzione
andando a recuperare una proposta già avanzata dal Centrosinistra
avanzata nel 1995, quando era stato presentato un disegno di legge
costituzionale che introduceva l’obbligo dei due terzi di voti per ogni
revisione costituzionale, e che prevedeva che il referendum si potesse
chiedere sempre, e che fosse «indetto per ciascuna delle disposizioni
sottoposta a revisione, o per gruppi di disposizioni tra loro collegate
per identità di materia». Tra i firmatari di quel disegno di legge
figuravano anche Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, un presidente
della Repubblica emerito e un Presidente della Repubblica in carica.
Forse sarà cattiva educazione
ricordare certe cose, ma, visto che ora è stato il Pd a imporre una
riforma costituzionale a colpi di maggioranza, più che di cattiva
educazione, o di scarso fair play, parlerei di doveroso recupero di
memoria democratica. Anche se può infastidire coloro che quella memoria
vorrebbero seppellirla insieme a tante altre.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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