È quasi come
veder crescere un bambino standogli accanto ogni giorno, o quasi:
nessuno ne annota quotidianamente la crescita in altezza di una frazione
di millimetro, o l’aumento di peso di un paio di grammi. Però, a un
certo punto, ci si rende conto che qualcosa è profondamente cambiato e
non soltanto nelle dimensioni del piccolo, ma anche nelle sue capacità:
comincia a distinguere i numeri e le lettere e a compitare le prime
sillabe. E allora ci si accorge che la sommatoria di piccoli mutamenti
inevitabilmente porta a cambiamenti profondi.
La stessa cosa sta accadendo con la
situazione sociale, politica ed economica in Italia. Solo che se si
guarda ai cambiamenti di mese in mese, l’osservazione non porta gioia,
bensì sgomento.
Chi, soltanto qualche mese fa, per
esempio, avrebbe potuto pensare che la sindaca di Monfalcone, la
leghista Anna Maria Cisint, sia pure dopo aver fissato un tetto di
presenze di bambini stranieri per classe nella scuola materna e dopo
avere eliminato dalla biblioteca comunale i quotidiani “Il Manifesto” e
“Avvenire”, potesse arrivare al punto di istituire un «punto di ascolto
riservato» – in pratica una buca per delazioni anonime, con tutto quel
che ne consegue – per denunciare gli insegnanti di sinistra che «con le
loro ideologie, avvelenano i giovani, osteggiando apertamente le scelte
democratiche che gli italiani stanno manifestando verso gli
amministratori della Lega»?
Chi avrebbe potuto immaginare che
una sezione della Lega, in un comunicato, attribuisse la strage di
Bologna alle Brigate Rosse, mentre c’è una sentenza definitiva che ne
ascrive la responsabilità alla destra eversiva e segnatamente a Mambro e
Fioravanti? E che poi, davanti alle proteste per l’ennesima delle
fake-news, si limitasse a dire che si può sbagliare, ma guardandosi bene
dal ricordare che la responsabilità di tutti quei morti va attribuita,
appunto, alla destra e non a quella sinistra terrorista che di morti ne
ha tanti altri – ma altri – sulla coscienza.
Chi avrebbe ipotizzato che la parte
leghista del governo, con il solito timoroso assenso di Di Maio e dei
suoi più privi di autonomia di pensiero, fosse tanto desiderosa di
mettere le mani sul mondo dello sport italiano e sui soldi del CONI da
ignorare gli avvertimenti del CIO che da sempre pretende l’autonomia
dello sport dalla politica e che adesso minaccia esplicitamente
l’esclusione dell’Italia dalle Olimpiadi di Tokyo e l’annullamento della
scelta di Milano e Cortina come sede per i futuri Giochi invernali?
Chi, soprattutto tra coloro che
hanno avuto l’idea di votare 5stelle, avrebbe mai pensato di vedere il
proprio partito preferito praticamente comandato da Salvini, quel
ministro degli Inferni che travalica largamente gli ambiti
istituzionalmente assegnatigli e che ottiene quello che vuole
semplicemente ricordando a Di Maio e ai suoi senatori e deputati che
quando questo governo cadrà e si tornerà alle urne, saranno in molti, e
in primis il cosiddetto “capo politico” della Casaleggio Associati, a
restare fuori dalle Camere e a dover cercare un nuovo sistema di
sostentamento perché resteranno esclusi per il limite del doppio
mandato, ma soprattutto per il crollo verticale del loro gradimento nei
tanti che si erano illusi e che ora sono schifati e incattiviti?
Chi avrebbe mai immaginato che il
ministro degli Inferni non avesse neppure preso in considerazione quello
che è scritto in diversi articoli della nostra Costituzione prima di
stilare quello che beffardamente è chiamato “Decreto Sicurezza bis” che è
stato approvato chiedendo la fiducia a tanti grillini e darà tanto
lavoro alla Consulta?
Chi poteva pensare che a tutt’oggi
la teorica sinistra italiana potesse essere ancora più preoccupata delle
lotte di potere intestine piuttosto che della necessità di formare
nuovamente uno o più partiti che possano ridare fiducia agli elettori,
magari preparando programmi seri e non vuoti slogan di velleitaria
propaganda?
Potrei andare avanti a lungo con
altre domande su questo tono, ma queste mi appaiono già sufficienti per
mettere in luce il punto fondamentale: distrarsi, o rassegnarsi, è
vietato anche per un solo giorno. È sbagliato starsene in silenzio, o
senza scrivere, perché – si pensa – tanto si finisce per dire sempre le
stesse cose, o in quanto si ritiene che comunque non si potrà influire
sulla possibilità di accelerare almeno un po’ la fine di questa
maledetta notte che stiamo attraversando. Saranno vere entrambe le
motivazioni, ma il silenzio è comunque sbagliato, sia perché non si
pungola gli altri, sia in quanto si perde la propria dignità. Me ne
scuso.
Non è accettabile il rassegnarsi al
fatto che ormai il bordo del burrone sia talmente vicino che la caduta
appare quasi inevitabile, solo perché non si è ritenuto di opporsi ogni
giorno, ma solo una volta ogni tanto. E non è neanche più lecito
nascondere la realtà dietro le parole. È vero: in Italia non c’è il
nazismo, ma, come allora in quel partito, oggi ci sono tantissimi
italiani disumani. È vero: in Italia non c’è il fascismo, ma, come
allora in quel partito, oggi ci sono tantissimi italiani che sentono la
democrazia come un fastidio da limitare, se non da eliminare. È vero: in
Italia non c’è nessuno che vada in giro con il cappuccio del Ku Klux
Klan, ma oggi ci sono tantissimi italiani che neppure più si sognano di
nascondere il loro razzismo.
E a questo punto l’unica possibile
ancora di salvezza è il pessimismo, quel sentimento che ci fa temere
sempre quel peggio che poi quasi sempre avviene e che ci sprona a fare
qualcosa per resistere e per sovvertire quello che non è un destino
ineluttabile. Ogni giorno e non solo di tanto in tanto.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento