giovedì 13 ottobre 2016
Il concetto di coerenza
Molto probabilmente penserete che l’immagine che accompagna queste riflessioni sia un espediente propagandistico elaborato da me, o da altri sostenitori del No, per sostenere la tesi che la riforma Boschi – Renzi – Napolitano (mettete pure i nomi nell’ordine che preferite) è molto simile a quella voluta da Berlusconi (e bocciata da un referendum costituzionale) nel 2006.
Ebbene, vi sbagliate. Come si può evincere dal richiamo in testa all’immagine, questa elaborazione grafica compare nel sito di bastaunsì, cioè nel sito ufficiale dei renziani che, obbedienti al capo, vanno a cercare voti a destra, spiegando che tra i desideri di Berlusconi e quelli di Renzi c’è ben poca differenza.
Verrebbe da dire: era ora che lo ammetteste! Ma, invece, per loro è un vanto.
Resta il dubbio del risultato che questa forma di propaganda potrà avere sui cittadini. Detto in soldoni: quanti elettori di destra si convinceranno che, votando sì, voteranno per i propri ideali? E quanti elettori di sinistra e centrosinistra finalmente si renderanno conto che il PD delle sue impronte di fondazione ha mantenuto soltanto il nome, ma non l’anima? E lo abbandoneranno definitivamente.
Un’ultima annotazione: Renzi e i suoi accusano di incoerenza i parlamentari della sinistra PD perché, dopo aver votato sì alla riforma costituzionale nelle aule del Parlamento, ora minacciano di votare no al referendum. Ma quale coerenza può essere trovata nei tanti sodali di Renzi e anche in lui (visto che pur non essendo mai stato parlamentare, si presume che nel 2006 abbia votato no) stante il fatto che ora ripresentano gran parte delle mascalzonate ideate da Berlusconi e dai suoi “saggi”?
Il problema della spaccatura verticale del Paese appare sempre meno risolvibile perché, come benissimo ha detto Crozza, «Il Paese è diviso in due, tra quelli che voteranno sì e quelli che hanno capito la riforma».
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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