Forse ad
abbattere di più lo spirito di chi si sente di sinistra non è tanto il
risultato dell’Umbria, quanto l’assommarsi dei commenti degli esponenti
della coalizione di governo. Scusate se la chiamo così, ma definirla di
centrosinistra mi fa venire quel certo senso di fastidio e nausea che si
prova davanti a chi, con evidenza, cerca di imbrogliarti.
Il panorama è dato da Zingaretti che
accusa Renzi (e non ha assolutamente torto); da Renzi che accusa
Zingaretti calibrando le sue dichiarazioni soltanto sui calcoli che ha
fatto (e che di solito sbaglia) per prendere e mantenere il potere; da
Di Maio che è terrorizzato soltanto dall’ipotesi di perdere il suo ruolo
di “capo politico” (risate a piacere); Leu che ovviamente (esiste
soltanto nel governo, non nel Paese) non dice nulla; Conte che esaurisce
tutte le sue energie nell’atteggiarsi a statista e mediatore tra non si
sa chi e non si sa cosa.
Sappiamo tutti che questo governo è
nato quasi esclusivamente per evitare che alla presidenza della
Repubblica possa salire tra due anni un aspirante dittatore, o, più
facilmente, un servitore di un aspirante dittatore. Ma qualcuno pensa
davvero che questo fragile collante possa essere più forte delle baruffe
quotidiane tra i soci che si basano soprattutto sugli interessi
personali e di gruppo, ma che talvolta, fortunatamente, nascono anche da
visioni politiche e sociali diverse?
Pensate davvero che l’attuale
sinistra possa continuare a non assottigliarsi se continuerà soltanto a
cercare accomodamenti di potere senza mai portare avanti una propria
idea? Per esempio: che fine ha fatto l’abolizione dei “decreti
sicurezza” del ministro degli Inferni che dovevano essere cancellati
come prima, o, al massimo, seconda mossa da un governo che coinvolge il
Pd? Dicono che non hanno potuto farlo per l’opposizione di Di Maio e di
Renzi? Benissimo, e allora denuncino a chiare lettere che sono quei due
figuri a provocare un’irreparabile frattura non tanto tra le componenti
di questo governo, ma tra i milioni di gente di centrosinistra e un
governo che dice di essere di centrosinistra, ma che tale assolutamente
non è.
È possibile che dopo tante batoste, i
cervelli pensanti dei partiti che formano il governo non abbiano capito
che ai potenziali elettori di centrosinistra non interessa
assolutamente alcuna discussione sui nomi, ma vogliono sentir discutere
(non parlare, discutere) di nuovo di idee, di valori, di democrazia, di
società, di lavoro. Se questo non avverrà, nemmeno il pur comprensibile
tentativo di impedire a Salvini di impadronirsi del Quirinale per
interposta persona riuscirà a realizzarsi. E nel frattempo la sinistra
non si sarà assottigliata, ma sarà semplicemente sparita.
Di tutto questo Angelo Floramo e io
dialoghiamo da mesi in “Fatti non foste…”, sottotitolato “Dialogo su
cultura, valori e democrazia”. Se ne avete voglia, potete ascoltare
questo dialogo, che stiamo portando in giro in regione, nella versione
che abbiamo portato al Centro Balducci. Ecco il link: Fatti non foste...
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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