Se ci pensate,
la soluzione è già evidente nell’enunciato del problema: quando parliamo
di democrazia rappresentativa, infatti, è evidente che se non c’è
rappresentanza non c’è più nemmeno democrazia.
E non sembra essere neppure una
questione di schieramenti: tutti dicono di rappresentare i loro
elettori, ma in realtà quasi sempre fanno soltanto quello che vogliono.
Forse quello che appare meno in colpa è proprio quello peggiore: Matteo
Salvini perché anche il suo elettorato non fa che rimestare tra le
peggiori pulsioni dell’animo umano: fascismo, razzismo, eterofobia,
sovranismo, nazionalismo deteriore, desiderio di vendetta come tossico
surrogato della giustizia. E, poi, ogni buon fascista anela a obbedire
molto più che a discutere. Anche Giorgia Meloni, tutto sommato, non
sembra distanziarsi molto dal suo elettorato; sembra, perché il campione
è talmente minuscolo e obbediente che ogni pretesa di valutazione
sfugge a criteri di scientificità.
E poi, vi è mai sembrato che a
Berlusconi sia interessato almeno un po’ degli interessi di chi votava
per lui? Che a Grillo sia mai venuto in testa che ci fossero conflitti
tra i suoi voleri e i desideri degli elettori dei 5stelle che non
potessero essere appianati da un pseudosondaggio, minuscolo come
quantità e inesistente quanto a controllo, praticato con la complicità
della piattaforma Rousseau? Che in Renzi si sia mai fatta strada la
constatazione che le idee della sinistra del suo partito non potessero
essere messe sempre a tacere con un bel voto di fiducia? Che i teorici
rappresentanti delle isolette dell’arcipelago della sinistra
propriamente detta siano mai stati sfiorati dal dubbio che i loro
elettori parlassero di unità in maniera seria e non soltanto per dare
aria alle tonsille?
Ecco, in questo tra destra e
sinistra, a differenza che in tanti altri settori, in questi ultimi
decenni non c’è stata davvero molta differenza. Se ora Zingaretti vuole
dare sul serio un segnale forte, addirittura profondamente
rivoluzionario, oltre a mettere nomi, volti e cervelli nuovi e preparati
alla guida del PD, e a parlare nuovamente di lavoro, di scuola, di
salute, di diseguaglianze, di solidarietà, dovrebbe dare prova di voler
ridare contorni di sostanziale realtà e non di fumosa fantasia al
concetto di rappresentanza che è alla base della nostra Costituzione e
di cui, mentre il Parlamento è sempre più svuotato dalle sue funzioni,
sentiamo acuta la mancanza e la necessità.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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