«Comprereste
un'automobile usata da questo signore?». Così si diceva una volta
riferendosi a Silvio Berlusconi, l'indiscusso maestro dei “tirapacchi”.
Ma l'inevitabile destino dei maestri è quello di essere superati dai
discepoli e ora, infatti, è l'astro di Matteo Renzi a splendere
incontrastato nel firmamento dei confezionatori di bidoni.
«L’Italicum è una legge bellissima
che in Europa tutti ci invidiano e che molti ci copieranno», diceva
Renzi. E ora fa di tutto per far credere alla gente che finalmente quei
cattivoni che non sono mai d'accordo con lui gli permetteranno di
apportare alla legge alcuni miglioramenti necessari. Ovviamente lui, che
ha fatto approvare l’Italicum con una serie infinita di supercanguri e
voti di fiducia, l’avrebbe già fatto da tempo, ma, per rispetto del
Parlamento, devono essere gli altri – quelli delle minoranze interne ed
esterne – a trovare una proposta alternativa e a farle ottenere i voti
necessari.
«L’Italicum – ripetevano
ossessivamente lui e i suoi – non c’entra nulla con la riforma
costituzionale». E ancora adesso che la Corte Costituzionale ha deciso
di rinviare il giudizio sulla legge elettorale per non influenzare il
risultato del referendum, Renzi continua a ripetere il suo mantra cui
non credono più anche molti dei suoi.
A distrarre un po’ l’attenzione dal
presidente del Consiglio pro tempore, perché fanno vedere che non c’è
soltanto lui tra coloro che dicono una cosa e fanno un’altra, ci sono i
grillini che, pur essendo di nascita contrari a qualsiasi alleanza,
propongono una legge elettorale a proporzionale puro, probabilmente la
migliore, ma anche quella che non può che dare vita a governi di
coalizione. O che cancellano una candidatura olimpica non sulla base di
riscontri oggettivi, ma in base a preconcetti che generalizzano intere
categorie di persone, tranne, ovviamente, se stessi. Che fanno pensare
che nulla potrà mai più essere fatto perché la disonestà non può essere
battuta, ma che non ci sono nemmeno – o almeno che loro non hanno – i
mezzi per combatterla.
Però attenzione a non lasciarsi
distrarre troppo; perché Renzi continua a tentare di vendere qualcosa.
Ma questa volta non si tratta di una macchina usata che magari ai suoi
tempi ha anche funzionato, bensì di una Costituzione che tra errori,
contraddizioni ed evidenti incomprensibilità, potrebbe anche non
funzionare mai. Almeno dal punto di vista democratico.
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