Nessun dubbio
che alla carica di Presidente della Repubblica, per quanto emerito, si
debba una consistente dose di rispetto; ma nessun dubbio, neppure, che
all’ombra di questo rispetto non si possa lasciar passare sotto silenzio
della frasi che, a essere rispettosi e benevoli, possono essere
definite “di parte”.
In una lunga intervista a Repubblica
l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha invitato ad abbassare i
toni del confronto politico e a concentrare l’attenzione sul merito
delle questioni che saranno oggetto del referendum costituzionale che
ancora Renzi preferisce non decidere quando sarà celebrato.
Siamo perfettamente d’accordo sul
fatto che finalmente si cominci a parlare del merito di una riforma che,
secondo noi, demolisce la Costituzione e mette a serio rischio la
democrazia del nostro Paese, e che si cessi di usare slogan risibili
(«Il Parlamento avrà più poteri di oggi», o «La legge elettorale non
c’entra nulla con la riforma costituzionale»), oppure patenti falsità
certificate come tali dalla Corte dei conti («L’abolizione del Senato
comporterà risparmi per 500 milioni di euro»). Ma la consonanza si ferma
qui.
Napolitano afferma: «Ricordiamoci lo
spirito che condusse una larghissima maggioranza ad approvare la Carta
nell’Assemblea Costituente nonostante su punti non da poco molti
avessero forti riserve». Ebbene, non fidandomi troppo della mia memoria,
sono andato a rivedermi vari testi su quel momento fondamentale della
nostra storia e, pur tra migliaia di pagine, non sono riuscito a trovare
la benché minima traccia di avvenimenti accaduti invece durante l’iter
della riforma costituzionale di cui si discute oggi, come
“supercanguri”, maxiemendamenti, voti di fiducia, sostituzioni nelle
commissioni dei commissari che non erano d’accordo con la linea scelta
dal segretario del PD e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dal
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva imposto la
riforma come condizione imprescindibile per la sua rielezione.
Vorrei sommessamente ricordare che
il testo entrato in vigore il 1° gennaio 1948 è uscito da un’Assemblea
Costituente e non da un governo che l’ha imposta – cancellando tutti i
dissensi con espedienti parlamentari – al partito di maggioranza
relativa e all’intero Parlamento.
Mi piacerebbe anche che si
sottolineasse che l’Assemblea Costituente era stata eletta dai cittadini
italiani, mentre l’attuale Parlamento è stato scelto con una legge
anticostituzionale ed è rimasto in carica, su espressa pronuncia della
Corte Costituzionale, soltanto per non lasciare un lasso di tempo di
totale vacanza istituzionale e non certamente per cambiare la sostanza
della nostra democrazia.
E non soltanto marginale è il fatto
che la nostra Costituzione sia stata approvata in un aula pienissima,
mentre la riforma Boschi–Renzi–Napolitano ha visto uscire dall’aula
l’intera opposizione al momento del voto.
Il presidente emerito afferma che «la riforma non è né di Renzi, né di
Napolitano», ma lo inviterei a rileggersi il discorso da lui fatto alle
Camere durante la cerimonia del suo reinsediamento.
Vorrei concludere citando le
indicazioni date da Piero Calamandrei durante i lavori preparatori
dell’Assemblea Costituente, affinché la Carta fosse al sicuro dalle
conseguenze politiche della tensione che saliva fra i grandi partiti
popolari, ex alleati nei giorni della Liberazione: «Nella preparazione
della Costituzione, il governo non deve avere alcuna ingerenza…». «Nel
campo del potere costituente il governo non può avere alcuna iniziativa,
neanche preparatoria». «Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la
nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti».
Ma davvero il presidente emerito
ricorda lo spirito dell’Assemblea Costituente? Ma davvero pensa – quale
possa essere il risultato del referendum – che questo Paese non uscirà
comunque profondamente spaccato da questa prova di forza imposta da
parte di coloro che fanno della fretta e non del bene del Paese il
valore primario di una democrazia?
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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