Anche oggi sono
stato martellato dalle comunicazioni di Renzi. Ormai succede ogni giorno
e sarebbe il caso di ricordare a chi di dovere che esiste quella cosa
chiamata par condicio che, se vale per le elezioni, a maggior ragione
dovrebbe valere per appuntamenti importanti come un referendum
costituzionale.
L'ex concorrente alla Ruota della
fortuna ha cominciato con una lunghissima mail nella quale il presidente
pro tempore del Consiglio decanta a lungo tutte le cose bellissime che
ha fatto, o, meglio, che ha promesso di fare. Confesso che la cosa mi ha
rasserenato perché mi stavo domandando come mai, nella sua puntigliosa
corsa a copiare Berlusconi, Renzi non avesse ancora realizzato un
libretto sullo stile del famigerato “Una storia italiana” regalato
dall’allora ancora cavaliere a tutte le famiglie italiane per far vedere
quanto bravo era. Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e a causa di
una disponibilità di denaro sicuramente inferiore Renzi ha scelto lo
strumento informatico. Ma non preoccupatevi: il tono agiografico e
autolaudativo è assolutamente identico, come siamo sicuri che sarà anche
assolutamente identica anche l’occupazione sproporzionata e
spropositata degli spazi televisivi Rai e di quelli istituzionali.
Seconda razione di Renzi, invece,
via Facebook dove, riferendosi al referendum di ottobre, scrive: «Oggi
oltre duecento donne e uomini di scienza e ricerca hanno firmato un
appello per il sì alla riforma costituzionale, sfida decisiva per la
stabilità istituzionale del nostro Paese». E continua: «Ieri anche una
delle più grandi realtà associative del Paese, la Coldiretti, ha
ufficializzato il proprio sì. E nei giorni scorsi duecento professori di
diritto hanno spiegato nel merito le ragioni costituzionali di questa
scelta. Si rassegni chi si ostina a parlare di battaglia personale: una
parte importante del Paese si sta schierando – al di là di ogni colore
politico – perché l’Italia diventi più semplice».
Su questo testo merita fermarsi un
po’ di più. Oltre duecento donne e uomini di scienza e ricerca?
Perbacco: forse sbagliavamo quando eravamo convinti che le donne e gli
uomini di scienza e ricerca fossero svariate migliaia? Oppure, pur con i
suoi mezzi di pressione, il presidente pro tempore del Consiglio è
riuscito a convincere a firmare soltanto pochi?
Altrettanti sarebbero i professori
di diritto? Qui, al di là delle medesime considerazioni di cui sopra,
vorrei ricordare che contro si sono schierati fin da subito oltre
sessanta costituzionalisti di primaria importanza e addirittura tredici
presidenti emeriti della Corte Costituzionale. Inoltre, se Renzi ha
davvero tanti esperti bravi nel difendere le tesi del capo, cerchi di
mandare in giro per le televisioni e per le manifestazioni organizzate
dal PD almeno qualcuno che sia in grado di entrare nel merito senza
balbettare e senza nemmeno sapere di cosa si sta parlando.
Poi, se la Coldiretti è beatificata
perché ha ufficializzato il proprio sì come realtà associativa, perché
altre realtà associative come l’ANPI, la FIOM, l’ARCI e altre vengono
demonizzate dallo stesso Renzi e dai suoi che affermano che non devono
permettersi di influenzare i propri iscritti?
Ultima cosa, almeno per il momento.
Renzi parla di un’Italia più semplice e questa frase punta a solleticare
tutti coloro che si trovano quotidianamente davanti a una burocrazia
straripante, ma la realtà è ben diversa. Con la riforma costituzionale
Renzi non punta a semplificare la vita degli italiani, ma soltanto a
semplificare il suo lavoro, togliendo di mezzo il maggior numero
possibile di controlli al suo operato. Quando ho letto il titolo di un
dibattito “Democrazia semplificata o deriva autoritaria”, ho pensato che
era sbagliato, ma che per correggerlo bastava sostituire la “o” con una
“è” accentata: “Democrazia semplificata è deriva autoritaria”.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento