Nessuno può
appropriarsi della festa del 25 aprile che, ancor prima e ancor più del 2
giugno è, secondo me, la vera festa nazionale italiana. Nessuno può
appropriarsene e, quindi, tantomeno io. Ma un desiderio vorrei proprio
esprimerlo: mi piacerebbe che dei valori della Resistenza non parlassero
né coloro che vogliono cambiare la Costituzione, né quelli che, con
varie motivazioni, o per logica di partito, voteranno a favore di questo
cambiamento.
Vorrei che avessero il buon gusto di
non farlo perché hanno detto che una delle motivazioni che li hanno
spinti è che i padri costituenti hanno commesso degli “errori
costituzionali”. E lo hanno detto per giustificare lo scempio che stanno
tentando di fare della nostra Costituzione, per distruggerne gli
equilibri istituzionali, anche se sanno benissimo che non di “errori”
costituzionali si è trattato, ma di scelte politiche e sociali razionali
e che la Carta fondamentale adottata ha consentito di raggiungere una
democrazia solida, la pace interna, un perimetro politico ben chiaro per
contenere lo scontro tra i partiti e, se permettete, anche il
raggiungimento di un benessere materiale che – sarà casuale – ha
cominciato a scemare proprio quando l’impianto istituzionale entrato in
vigore il primo gennaio 1948 ha cominciato a subire i poderosi colpi di
chi voleva accentrare il potere nelle mani dell’esecutivo a scapito di
tutti gli altri poteri, compreso quello del popolo, cioè la democrazia.
Praticamente, procedendo sulla medesima strada, ha cominciato a
camminare Craxi, ha continuato Berlusconi e spera di portare alla
conclusione questa vergogna Renzi.
Ricordo che alcuni anni fa ho
scritto che il partigiano Enzo Biagi sui monti dell’Appennino emiliano
aveva compreso l’enorme valore del “diritto di resistenza” e ne aveva
fatto tesoro tanto da elaborarlo in “dovere di resistenza” in ogni
giornata della sua vita personale e professionale. E continuavo dicendo
che il 25 aprile non poteva appartenere contemporaneamente a Enzo Biagi e
a chi lo aveva fatto cacciare dalla Rai con un editto dalla Bulgaria.
Perché la Resistenza non è di tutti.
Oggi non posso non ricordare che i
padri costituenti erano per la maggior parte donne e uomini che avevano
partecipato in prima persona alla Resistenza, mentre chi li accusa di
aver sbagliato è uno che è riuscito ad arrampicarsi dove è ora senza
neppure essere stato mai eletto.
Forse, a pensarci bene, un errore i
padri costituenti lo hanno davvero commesso: quello di aver lasciato
aperto un pertugio istituzionale nel quale Renzi è riuscito a infilarsi
senza essere mai stato mandato lì dagli italiani. Ma anche in questo
caso la Resistenza continua a non essere di tutti.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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