È verissimo: Renzi non accetta lezioni di legalità da nessuno. E, purtroppo, si vede.
La vicenda delle elezioni in
Campania è quella destinata ad approfondire ulteriormente un vallo tra
il cosiddetto centrosinistra di Renzi e tantissimi di coloro che hanno
votato per le idee del centrosinistra – quello di una volta – per tanti
anni. Perché questa volta, ancora una volta, non si tratta di scelte
politiche legate a una visione del mondo (se Renzi ama gli industriali, o
meglio Marchionne, e non i lavoratori, o se non sopporta i sindacati –
tanto per dirne due – queste sono dimostrazioni che per lui il vocabolo
“sinistra” è soltanto uno specchietto per le allodole), ma di scelte –
diciamo così politiche – che continuano a demolire proprio il concetto
di legalità e di democrazia continuando, ma con ben maggiore efficacia,
sulla strada tracciata da Silvio Berlusconi.
Al pari di Berlusconi, infatti,
Renzi vede la legalità, come una strada a due binari: uno senza
possibili deviazioni riservato agli altri; un altro pieno di scambi da
far scattare per gli amici e per coloro che conviene tenersi buoni in un
determinato momento. La legge Severino è eccessivamente severa e ha dei
concreti sospetti di anticostituzionalità? Può essere, ma in questo
momento è legge e De Luca, anche se può portare voti a Renzi, continua a
essere un cittadino come gli altri che le leggi devono continuare a
rispettarle finché non riescono a convincere la maggioranza del Paese
che è giusto cambiarle.
Sempre Renzi, poi, continua
nell’opera di demolizione delle istituzioni e, quindi, anche della
Costituzione. Dopo lo scempio che si profila con il combinato disposto
della nuova legge elettorale e la progettata eliminazione del Senato,
adesso vuole distruggere la credibilità dell’intera Commissione
antimafia perché presidente è la Bindi che lui accusa di aver stilato la
lista degli “impresentabili” non perché impresentabili davvero sono, ma
soltanto per seguire una faida interna del PD. Immagino che Dell’Utri
si stia ancora massaggiando le mani dopo i frenetici applausi per la
tentata demolizione di un organismo istituzionale che ha portato un po’
di pulizia in questo disgraziato Paese.
E poi è Renzi e non Rosy Bindi a
distruggere il gradimento nei confronti del PD di tantissimi del
centrosinistra che non riescono più, pur con tutta la buona volontà, a
turarsi il naso, e a provocarne la mutazione dell’elettorato causando il
loro allontanamento e sollecitandone e accettandone la sostituzione con
tanti che una volta votavano convintamente Berlusconi.
E non è neppure trascurabile il
danno che ne esce lasciando in questo caso spazi di legalità a coloro –
Lega, Forza Italia e anche 5 stelle – che in molti altri casi di quella
stessa legalità si fanno un baffo, o addirittura incitano a non
rispettarla, se va contro i loro interessi elettorali.
La annuente ministra delle Riforme
Maria Elena Boschi ha detto che «le polemiche di questi giorni non
aiutano a far sentire i cittadini più vicini alla politica e alla
gestione del loro territorio». Non le passa per la testa che a far
sentire i cittadini così non siano le polemiche di questi giorni, ma le
scelte fatte dal suo capo qualche mese fa?
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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