Bisogna ringraziare Angelino Alfano, o, più probabilmente, Silvio Berlusconi che continua a tirarne le redini. Angosciati come eravamo per i problemi economici personali, collettivi e sovrannazionali e preoccupati perché Mario Monti non sembra curarsi molto degli intralci della democrazia pur di centrare i suoi obbiettivi "tecnici", ci eravamo quasi dimenticati dell'esistenza della politica, quella vera, che ogni tanto ha continuato a fare capolino quasi esclusivamente a causa delle estemporanee iniziative di quei rompiscatole de sindacalisti di sinistra che continuano a insistere a porre al centro dell'attenzione il problema del lavoro e, quindi, del benessere materiale e psicologico dei cittadini che in questa Italia vivono.
Bisogna ringraziare Alfano perché ci ha ricordato che la politica esiste ancora; magari nella sua forma deteriore, ma esiste ancora.
Dopo mesi di quasi assoluta sonnolenza si è svegliato per dire, in rapida sequenza, che non si deve parlare di giustizia e di Rai (argomenti sensibilissimi per il capo), che il PD non può permettersi di tracciare un'agenda politica (incombenza che evidentemente deve restare di stretta pertinenza berlusconiana), che se le elezioni fossero vinte dal centrosinistra in Italia ci sarebbero le nozze gay e le coppie di fatto.
Dal canto suo non pochi del PD hanno tentato di inserirsi sulla stessa linea di allontanamento della politica dal bene comune continuando a massacrarsi tra fratelli pur di conquistare piccoli privilegi personali o di corrente. Ma sinceramente bisogna ammettere che non è riuscito a reggere il paragone con il segretario del Pdl.
Dal canto suo non pochi del PD hanno tentato di inserirsi sulla stessa linea di allontanamento della politica dal bene comune continuando a massacrarsi tra fratelli pur di conquistare piccoli privilegi personali o di corrente. Ma sinceramente bisogna ammettere che non è riuscito a reggere il paragone con il segretario del Pdl.
Ringraziare Alfano per tutto questo può sembrare irragionevole, se non addirittura stupido, ma va sottolineato con forza che una politica, per quanto cattiva, è sempre meglio di quell'assenza di politica che rivela inequivocabilmente anche l'assenza della democrazia. Il fatto è che qualcuno dovrebbe riuscire davvero a fare politica vera - e quindi virtuosa - perché tutti si ricordino del vero valore del regalo di libertà e democrazia che ci è arrivato dalla Resistenza.
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