La sentenza di proscioglimento per prescrizione nei confronti di Berlusconi sul caso Mills mi lascia un senso di soffocamento. I più penseranno che questo mi accada in quanto penso che l'ex presidente del Consiglio sia colpevole dei reati per i quali era imputato. Ma non è così.
O meglio, la mia sensazione è che l'imputato sia colpevole, ma quello che mi sconvolge è la prescrizione.
Una condanna, o un'assoluzione, avrebbero dato la stura a tutta una serie di commenti acidi e diametralmente opposti, ma la prescrizione mi appare come il chiodo definitivo sulla cassa funebre della Giustizia perché, se l'errore dei giudici - in un senso o nell'altro - non può essere evitato, la prescrizione dimostra definitivamente che la giustizia dei ricchi non è la giustizia dei poveri e che quindi Giustizia non c'è. Soltanto un ricco poteva, infatti, permettersi stuoli di avvocati impegnati non a dimostrare l'innocenza del proprio cliente, bensì a scovare tutti i cavilli possibili per tirare in lungo la causa e arrivare, appunto, alla prescrizione.
Il fatto che molte delle leggi che hanno permesso questo scempio siano state ideate e approvate proprio per aiutarlo in questo e in altri processi, rende ancora più penosa la situazione perché mette bene in luce come Giustizia e Democrazia siano strettamente legate: se una manca anche l'altra cede. E sicuramente è più facile, nei nostri giorni, cominciare l'opera di demolizione dalla Giustizia.
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