Tanta gente, davvero tantissima, alla festa per l’elezione europea di Debora Serracchiani. Era da molto tempo che non si vedeva la gente di centrosinistra contenta di riunirsi, di riconoscersi, di contarsi; in una parola, di partecipare. E questo è un buon segno per chi spera che la stagione berlusconiana, a prescindere dalle vicende personali del centrodestra, finisca il più presto possibile. E sentir parlare di ambizioni elettorali che vanno oltre un’onorevole difesa fa davvero bene al cuore.
Partecipazione, dicevo. E questa parola era il segno distintivo della sinistra di una volta, di coloro che pensavano che la democrazia fosse un’opera di ingegno collettivo e non il distillato dei voleri di pochi potenti.
È proprio la partecipazione che bisogna recuperare se si spera di controbattere in qualche maniera lo strapotere televisivo dell’altra parte, se si intende opporsi efficacemente ai celamenti di cui il Tg1 è diventato il massimo, ma non l’unico propalatore, ma anche e soprattutto alle bugie che Berlusconi e i suoi urlano costantemente in ogni telegiornale e in ogni salotto compiacente e privo di dibattito.
Si potrebbe urlare più forte, ma non ne abbiamo i mezzi. Si potrebbe tentar di farli tacere, ma non sarebbe assolutamente un segno di democrazia. A noi non resta che sussurrare costantemente e insistentemente nelle orecchie dei vicini, anche di quelli che passano vicino a noi per caso. Partecipare, appunto.
E, a questo proposito, non dimentichiamo che si partecipa anche scrivendo. Nei commenti che vedo apparire riguardo le notizie sul sito del Messaggero Veneto appare una stragrande maggioranza di opinioni di destra. E questo succede anche nel mio blog. Poi, quando incontri amici per strada, questi ti dicono che sono d’accordo. Ma di scrivere non se ne parla. Eppure anche questo sarebbe importante perché l’impressione di partecipazione è fondamentale nel ritrovare quell’entusiasmo che per troppo tempo è stato perso nello sdegnoso isolamento di chi si sente comunque un po’ diverso dagli altri.
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