giovedì 24 novembre 2016

La buona educazione

Il tema della buona educazione è stato da me toccato una sola volta durante questa lunghissima campagna referendaria: quando ho annotato che, nel dibattito televisivo tra loro, con la sua indefettibile presenza era diventata una pesante palla al piede per chi (Zagrebelsky) ne aveva fatto una pratica quotidiana, mentre con la sua totale assenza era stata una potente arma propagandistica nelle mani di chi (Renzi) forse ne aveva sentito parlare in gioventù, ma poi ne aveva eliminato qualsiasi traccia perché avrebbe potuto fare da freno in alcune sue attività.

Ora, visto che le offese sono diventate il pane quotidiano di Renzi, ma anche di Grillo e di una parte del fronte del No che si colloca nel centrodestra, ritengo giusto far rimarcare la differenza del Fronte del No che da sempre cerca di entrare nel merito, visto che Renzi e i suoi navigano a slogan; ma anche ribadire certe verità che, probabilmente per un eccesso di fair play, sono state accennate all’inizio e poi sono rimaste soltanto sullo sfondo.

Prima questione: la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum. Ebbene, visto che la riforma Renzi-Boschi–Napolitano è stata approvata a colpi di maggioranza, diventa importante il fatto che questa maggioranza sia abusiva e illegittima. Visto che la Corte ha ritenuto fondato il parere di chi vedeva «una oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica» nelle attuali Camere in quanto quella legge ha costruito una maggioranza diversa rispetto al verdetto del voto popolare. La Corte ha aggiunto che le Camere potevano comunque restare in carica per il principio di continuità dello Stato, ma il principio di continuità si riferisce a normale amministrazione e alla redazione di una nuova legge elettorale, non al fatto che si possa usare il margine garantito da una maggioranza incostituzionale per cambiare la Costituzione. Se il Porcellum non ci fosse stato, il PD non avrebbe oltre 350 deputati, ma sarebbe abbondantemente al di sotto dei 200 e molto probabilmente Renzi non si sarebbe lasciato tentare di scalare un posto di potere con una maggioranza inesistente.


Ma, pensando a quelli del PD che voteranno come vuole Renzi, vorrei invitarli ad andare a rileggersi quel “Manifesto dei Valori” che è ancora vigente ed è consultabile e scaricabile dal sito internet dello stesso Pd. Quel manifesto risentiva ancora della vergogna di cui si era macchiato il Centrosinistra quanto, nel 2001, aveva approvato a colpi di maggioranza la riforma costituzionale del Titolo V, e, infatti, vi si legge un testo da cui trasuda, palpabile, il rimorso per quello che era stato fatto e il proponimento di non ripetere più il medesimo errore.

Il testo dice: «La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza del momento, e che resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale».

Sono parole inequivocabili che, infatti, presupponevano la modifica dell’articolo 138 della Costituzione andando a recuperare una proposta già avanzata dal Centrosinistra avanzata nel 1995, quando era stato presentato un disegno di legge costituzionale che introduceva l’obbligo dei due terzi di voti per ogni revisione costituzionale, e che prevedeva che il referendum si potesse chiedere sempre, e che fosse «indetto per ciascuna delle disposizioni sottoposta a revisione, o per gruppi di disposizioni tra loro collegate per identità di materia». Tra i firmatari di quel disegno di legge figuravano anche Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, un presidente della Repubblica emerito e un Presidente della Repubblica in carica.

Forse sarà cattiva educazione ricordare certe cose, ma, visto che ora è stato il Pd a imporre una riforma costituzionale a colpi di maggioranza, più che di cattiva educazione, o di scarso fair play, parlerei di doveroso recupero di memoria democratica. Anche se può infastidire coloro che quella memoria vorrebbero seppellirla insieme a tante altre.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

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