Il 25 aprile ad Ascoli una panettiera espone davanti al suo negozio un pezzo di stoffa bianco su cui è scritto «25 aprile: buono come il pane, bello come l’antifascismo». E viene identificata sia dalla polizia locale, sia dai carabinieri.
A Mottola, in provincia di Taranto, durante la manifestazione per la Liberazione viene intonata “Bella ciao”. un carabiniere si avvicina e identifica una decina di persone, giustificandosi con l'invito alla sobrietà diffuso del governo per il lutto per la morte di papa Francesco.
A Orbetello un paio di giorni dopo il 25 aprile la locale sezione dell’ANPI si vede recapitare una multa da 566 euro per “occupazione di suolo pubblico” durante la manifestazione per la cacciata dei nazifascisti.
A Dongo un centinaio di nostalgici del fascismo si raduna per ricordare (anche se per loro sarebbe meglio dimenticare) la cattura di un terrorizzato Mussolini in fuga travestito da militare tedesco: si presentano in camicia nera, alzano il braccio teso e urlano «Presente». Ma a loro non si avvicina nessuno per identificarli.
E ci sono anche altri esempi ancora degli atteggiamenti diametralmente opposti che le forze dell’ordine hanno tenuto nei confronti di chi celebra la Liberazione e di chi rimpiange la dittatura.
Per capire quello che sta succedendo forse è il caso di soffermarsi sul comportamento di alcuni carabinieri.
La prima ipotesi è quella di una serie di stupidaggini, ma ho sempre avuto la massima considerazione per i rappresentanti dell’Arma e considero del tutto ingiuste le decine di barzellette che li prendono in giro.
L’altra ipotesi chiama in causa la prima parte di un loro motto: “Usi a obbedir tacendo…” e questa mi sembra possa spiegare molto di più il verificarsi di questi avvenimenti altrimenti incredibili. Obbedienza, insomma. Ma l’obbedienza presuppone l’esistenza di un ordine e l’esistenza di un ordine è strettamente collegata a una catena di comando. Diventerebbe fondamentare, dunque, capire dove questa catena inizia, se nei vertici più o meno alti dell’Arma, oppure – cosa che sembra probabile – ancora più su.
Comunque sia, da qualunque posizione arrivi quell’ordine, non si può dimenticare che, militari, politici, o servitori dello Stato che siano, hanno necessariamente giurato su una Costituzione che è dichiaratamente antifascista e che, quindi, coloro che sono preposti alla sicurezza dei cittadini italiani talvolta devono adeguarsi agli ordini di qualche spergiuro.
PS - Ricordatevi di andare a votare l'8 e 9 giugno per i referendum. Meloni e complici giocano sull'astensionismo che minaccia seriamente il raggiungimento del quorum. È obbligo per ognuno di noi non soltanto di andare a votare, ma anche di convincere più gente possibile ad andare alle urne. I quesiti riguardano i licenziamenti illegittimi e la durata dei contratti di lavoro, il mantenimento delle responsabilità negli infortuni subiti dai lavoratori per chi decide di dare in subappalto la propria committenza, il dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana. Ricordo anche che si tratta di referendum abrogativi di leggi vigenti che personalmente considero ingiuste. Quindi voterò SI.
Anch'io. Punto
RispondiEliminaNon è chiara l'ultima frase: "coloro che sono preposti alla sicurezza dei cittadini italiani talvolta devono adeguarsi agli ordini di qualche spergiuro". Io direi che NON devono adeguarsi" E poi aggiungerei anche l'innata propensione italiana alla piaggeria
RispondiEliminaPierluigi Sabatti