giovedì 1 maggio 2025

Propaganda e Primo maggio

Non fossimo direttamente e drammaticamente coinvolti, sarebbe davvero interessante mettersi a osservare fin dove può arrivare la creduloneria e la sopportazione di una parte non trascurabile – per ora la maggioranza relativa – degli italiani che vanno a votare. Lo spot video autoprodotto della presidente del Consiglio per farsi vedere vicina alla festa del Primo maggio è ricchissimo di spunti in questo senso, ma ve ne voglio segnalare due soltanto.

Il primo: «Crescono – dice – i salari reali in controtendenza rispetto a quello che accadeva nel passato». E lo dice con una faccia di bronzo davvero ammirabile, visto che nelle stesse ore Eurostat annuncia che in Italia nel 2024 le persone a rischio povertà o esclusione sociale sono state 13,52 milioni, pari al 23,1% della popolazione nazionale, di cui quelli già in povertà assoluta nel 2022 erano 5,6 milioni. Intanto l’Istat sottolinea che coloro che lavorano, ma sono in condizioni di indigenza, se non di povertà assoluta, sono un quinto – il 20 per cento – del totale.

E non giunge certamente a sproposito il fatto che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolinei che gli stipendi sono troppo bassi lasciando intendere il fatto, già evidente da anni, che se i cittadini non guadagnano a sufficienza non possono nemmeno spendere e che così, alla lunga, i tagli per ottenere maggiori guadagni da parte degli imprenditori a lungo termine si rivelano un boomerang perché sempre meno gente sarà in grado di acquistare i prodotti.

Piccola nota a parte; per ricordare il nome della titolare del dicastero del lavoro, ho dovuto frugare abbastanza a lungo nella mia memoria per ricordare che si chiama Marina Calderone. Non una prova di superattivismo.

Il secondo: «Oggi – dice sempre Giorgia Meloni – dedichiamo la festa dei lavoratori al tema della sicurezza e ci impegniamo a fare ancora di più. Abbiamo reperito insieme all'Inail altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro».

Al di là del fatto che sembra sia la prima volta che per lei lavoro e sicurezza sono due realtà che devono andare di pari passo e che 600 più 650 fa un miliardo e 250 milioni e non un miliardo e 200, appare clamoroso il fatto che in tema di sicurezza sul lavoro questi fondi fossero già nelle casse dell’INAIL (L'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), probabilmente a fare cassa, mentre avrebbero già dovuto essere impiegati per ridurre quell’ecatombe di morti sul lavoro che, al di là di quello che già dice la Costituzione, mette in un lutto costante ed erode dalle fondamenta il nostro Paese.

Se, come diceva Robert Kennedy, nel calcolare il PIL, oltre agli aspetti economici si inserissero anche i fattori davvero importanti come la qualità della vita e la sicurezza di chi lavora, non saremmo al tanto vituperato “zero virgola”, ma saremmo abbondantemente e decisamente in cifra negativa.

Si potrebbe dire: in politica qualche bugia la dicono tutti, ma non è proprio così perché per l’attuale presidente del Consiglio, e non premier, come ama farsi chiamare, la falsificazione nell’interpretazione delle risultanze numeriche non è l’eccezione, bensì la regola.

Vorrei concludere con il classico «Buon Primo maggio a tutti», ma sarebbe sbagliato: Come per il 25 aprile, anche il Primo maggio non è la festa di tutti. E manca soltanto che raccomandino di farlo con sobrietà, anche perché non sanno che non c’è sobrietà più grande del mettersi a marciare insieme dietro a qualche striscione di protesta e rivendicazione, e dell’ascoltare musica, spesso anche impegnata, per esprimere in maniera contenuta la rabbia che sale per i tanti morti sul lavoro e per i tantissimi che sono già arrivati, o almeno si sono avvicinati di molto, alla povertà.

Insomma, buon Primo maggio, ma soltanto a coloro che il lavoro lo rispettano sul serio.

PS - Ricordatevi di andare a votare l'8 e 9 giugno per i referendum. Meloni e complici giocano sull'astensionismo che minaccia seriamente il raggiungimento del quorum. È obbligo per ognuno di noi non soltanto di andare a votare, ma anche di convincere più gente possibile ad andare alle urne. Gli studenti fuori sede possono votare senza tornare a casa, se lo richiedono entro il 4 maggio.

1 commento: