mercoledì 13 gennaio 2021

Sansone e i Filistei

Probabilmente gli diceva di stare sereno
Turigliatto ha fatto cadere il secondo governo Prodi per motivi che si legavano a ideali politici miopi oltre che discutibili, ma sicuramente non era stata la molla dell’interesse personale a farlo muovere. In Bertinotti, l’assassino del primo governo Prodi, probabilmente era risultato determinante il narcisismo del personaggio. In Fini che aveva tentato di far cadere il governo Berlusconi, ma era stato sconfitto dal ritardo imposto da Napolitano al voto di fiducia e dalla cosiddetta “responsabilità” di personaggi come Scilipoti e Razzi, le motivazioni erano formate da un desiderio di maggior potere mescolato con l’incapacità di sopportare tutte le malefatte dell’ex cavaliere.

Per Renzi l’ideale politico è cosa molto lontana dalla sua comprensione, mentre è decisamente esperto nel capire cosa significhi potere e nei vari modi in cui si possa tentare di arrivarci, sia cancellando con l’insistente propaganda della “rottamazione” le capacità, l’esperienza e – in questo caso spesso sì – la dignità dei politici più anziani; sia tentando di cambiare le regole della stessa Costituzione per favorire se stesso senza capire che quelle stesse nuove regole avrebbero potuto regalarci davvero un Salvini con “pieni poteri”; sia attaccando con violenza coloro che, decisamente più a sinistra di lui, non se la sentivano più di stare nel Pd, ma poi andandosene non appena si è reso conto di non poter più fare il bello e cattivo tempo in quel partito; sia mettendo in pratica con grande perizia e foltissimo pelo sullo stomaco, visto anche il momento che stiamo vivendo, quei ricatti che permettono a un partito del 2 per cento di imporre i propri voleri senza accettare mediazioni e minacciando la crisi di governo.

La richiesta del ponte di Messina; quella finale del MES, condivisibile come concetto, ma evidentemente strumentale nel momento in cui è stato nuovamente richiesto come ultimatum dopo che quasi tutto il resto gli era stato concesso; l’idea di affidare a Rosato i servizi segreti; le mille piroette fatte di fronte alle decisioni da prendere per combattere il coronavirus: sono tutti fatti che dimostrano abbondantemente quanto fossero poco serie le sbandierate intenzioni di non arrivare a quella crisi che oggi Renzi tenta ridicolmente di addossare, come responsabilità, agli altri.

Lui si è mosso soltanto per arrivare al punto di poter dire, oggi, esattamente quello che ha detto in conferenza stampa: «Non abbiamo una pregiudiziale sul nome di Conte, ma non faremo mai un ribaltone e non daremo mai vita a un governo con forze della destra sovranista che abbiamo combattuto e contro le quali abbiamo fatto nascere questo governo». E per capire meglio il significato di queste parole è utile sentire la dichiarazione di Andrea Marcucci, capogruppo PD al Senato ed ex (?) fedelissimo del suo corregionale Renzi: «Serve una maggioranza con Iv». In poche parole il concetto implicitamente espresso da Renzi è: se volete non andare alle urne dateci posti e potere in più, soprattutto adesso che arrivano centinaia di miliardi dall’Europa e che a noi piacerebbe gestirli in percentuali maggiori a quelle che sembrano spettarci oggi.

È inevitabile che questa situazione porti a un bivio: da una parte si spera che un accordo di qualche tipo possa evitare il rischio a questo nostro povero Paese di cadere tra le grinfie di Salvini e di Meloni; dall’altra che, sperando che poi il popolo italiano sia ancora una volta migliore di quelli che elegge, pur andando alle urne (chissà come? Chissà quando?) il pericolo della destra sovranista non si concretizzi e che questa sia l’ultima volta che si vede Renzi e la sua banda di guitti della politica apparire sul palcoscenico romano.

Ricordate il racconto biblico di Sansone e dei Filistei? A me è sempre dispiaciuto che Sansone abbia dovuto soccombere, ma mi è sembrato assolutamente giusto il destino toccato ai Filistei. E Renzi non è certamente Sansone.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

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