venerdì 31 maggio 2019

La responsabilità della scelta

Non era difficile immaginarlo: Salvini vuole capitalizzare subito il suo successo elettorale prima che l’inevitabile scontro con la realtà economica del nostro Paese lo faccia svaporare mettendo a nudo l’insostenibilità di tante promesse e assicurazioni. Ad aiutarlo è anche la situazione dei 5stelle, ma soprattutto degli esponenti del loro gruppo dirigente che sanno che non appena questa legislatura si concluderà, con lei finirà anche la storia parlamentare della maggior parte di loro. La regola del limite del doppio mandato, infatti, appare insuperabile e questo fa diminuire drasticamente le probabilità di elezioni anticipate.

Si può tentare di consolarsi con il fatto che l’ondata nazionalista non è riuscita a sommergere l’Europa e magari anche ricordando che nessuno poteva ragionevolmente illudersi che in Italia questa maledetta notte potesse già avvicinarsi alla fine, ma è certo che i risultati delle europee sono impietosi e che alcuni delle amministrative, come quelli di Riace e di Lampedusa, sgomentano.

E oggi Salvini che, dopo aver indicato come porti sicuri quelli della bolgia demoniaca della Libia meritandosi il titolo di ministro degli Inferni, ha ancora una volta dimostrato di avere in gran spregio le leggi che non gli convengono, infrangendo quel silenzio elettorale che, se fosse davvero un ministro degli Interni, avrebbe dovuto garantire, continua nelle sue azioni da satrapo più che da ministro del governo di uno stato democratico.

Immediatamente, dopo aver attaccato ripetutamente e con violenza, Fazio e Saviano per le loro apparizioni sui canali Rai, ha messo nel mirino Gad Lerner e il suo programma “L’approdo” ancor prima di vederne la prima puntata che andrà in onda – si spera – il 3 giugno. E con Saviano poi si intestardisce a tentar di infierire: «Sto lavorando – dice - a una revisione dei criteri per le scorte che impegnano ogni giorno in Italia più di duemila lavoratori delle forze dell’ordine». E prima dell'annuncio il Fregoli delle felpe fa capire benissimo a chi l’annuncio sarà rivolto mandando un “bacione” a Roberto Saviano, scrittore che da anni vive sotto scorta. Un vero e proprio “bacione” di Giuda. Altro che crocifissi e rosari.

Il più grande pregio della democrazia non consiste soltanto nel fatto di far decidere molte cose al popolo, ma soprattutto, paradossalmente, nel permettere di vincere temporaneamente anche a idee sbagliate. Perché così finisce per sottolineare che nessuno – persona, gruppo o partito che sia – ha il dono dell’infallibilità e che, quindi, ogni volta, in ogni occasione, ci si deve sforzare per convincere che la propria idea sia la migliore e si deve continuare a faticare per dimostrare la stessa cosa anche quando le idee si materializzano in fatti. Poi, se ci si accorge di aver sbagliato, si deve avere il coraggio di correggersi. Anche la democrazia, come la scienza, insomma, esiste e progredisce proprio sugli errori e sulla loro revisione.

È difficile pensare che Salvini e i suoi complici grillini possano ammettere di avere sbagliato: da sempre sono affetti dalla sindrome dell’infallibilità. Ma la cosa che fa preoccupare è che anche chi dovrebbe opporsi al dilagare dell’ondata giallobruna pare contagiato dal medesimo morbo. In una situazione già precaria in partenza, infatti, abbiamo visto realizzarsi l’unico tentativo di raggruppamento tra PD, Articolo Uno e Calenda, mentre Più Europa e i partiti di sinistra hanno continuato a preferire un’orgogliosa solitudine che forse difende le idee, ma sicuramente non le persone per le quali queste idee dovrebbero fare del bene. E, manco a dirlo, a spoglio concluso, mentre Renzi gongola attribuendosi, dopo averne negato la paternità, il merito di quella “politica del pop-corn” che consiste nel non fare nulla e attendere che l’incapacità dei grillini li porti al disastro, i renziani si sono immediatamente scatenati a criticare i risultati del tentativo di unione del centrosinistra deciso e realizzato dall’attuale segreteria del PD.

Cosa ci vorrà per capire che oggi serve soprattutto un Comitato di Liberazione Nazionale? Che è necessaria un’unione temporanea di forze diverse che hanno, però, tanto a cuore gli italiani da mettere temporaneamente da parte alcune idee pur di operare insieme contro un governo che sta distruggendo il Paese non soltanto moralmente, ma anche economicamente? Chi resterà fuori si assumerà una responsabilità terribile.


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