A differenza del
sedicente ministro degli Interni Matteo Salvini che, come suo compito,
dovrebbe controllare anche il rispetto di quel silenzio elettorale
prescritto nelle giornate di voto e in quella che le precede, e che lui
invece sfrontatamente infrange in prima persona, per quasi tutti gli
altri il rispetto della legge è fondamentale e quindi oggi è l’ultimo
giorno in cui posso parlare di votazioni europee soprattutto per capire e
far capire quale importanza rivesta questa consultazione elettorale.
Deve essere chiaro a tutti, infatti,
per che cosa in realtà noi abbiamo il diritto di votare. Sono
moltissime le motivazioni che dovrebbero farci riflettere, ma una le
sovrasta tutte. Il nostro continente è stato per secoli il teatro di
continue guerre sanguinose e finalmente, nella seconda metà del secolo
scorso, alcune nazioni, poi imitate anche da altre, hanno deciso che per
la pace era possibile, se non doveroso, rinunciare a una parte della
propria sovranità.
Detto questo e vedendo quello che
sta accadendo in Italia e in Europa, la domanda che dobbiamo porci è
molto semplice: per riconquistare quei pezzi di sovranità ai quali si è
abdicato saremmo disposti a rinunciare a pezzi di pace? Anzi, visto che
la pace c’è, o non c’è, saremmo disposti a rinunciare alla pace tout
court, almeno relativamente al nostro continente?
La risposta, almeno per me, è un
negazione assoluta e priva di alcuna venatura di dubbio. Anzi, ritengo
che l’essere sovranisti equivalga a una vera e propria bestemmia laica.
Potrei fermarmi qui perché non ho la
minima intenzione di suggerire per chi votare, seguendo ragionamenti
sui voti utili o inutili, sulle rigidità assortite che ci arricchiscono e
contemporaneamente ci impoveriscono da sempre. Con certezza posso
soltanto dire per chi non votare: non per i sovranisti e i suprematisti
dichiarati, ma neanche per coloro che vorrebbero allearsi con loro e
neppure per quelli che traccheggiano senza esprimersi, oppure cambiano
dichiarazioni a ogni stormir di foglie e a seconda della convenienza;
magari anche perché il limite dei due mandati corrisponderebbe per loro,
in caso di elezioni anticipate, non soltanto all’abbandono della
comodissima e prestigiosa poltrona ministeriale, ma anche alla fine
delle loro presenze in Parlamento.
Non dico per chi votare perché – lo
ripeto ancora una volta – in questo momento ritengo necessaria,
imprescindibile, almeno temporaneamente, la formazione di una riedizione
del Comitato di Liberazione Nazionale – non soltanto a livello di
partiti, ma anche e soprattutto di cittadini – che faccia finire questa
maledetta notte democratica che stiamo attraversando.
In ogni caso domenica, andando a
votare contro i sovranisti, ci renderemo conto di essere
contemporaneamente nel giusto e nello sbagliato. Nel giusto perché
scegliamo una strada verso un futuro di progresso umano e sociale; nello
sbagliato perché non abbiamo ancora fatto abbastanza per riunire tutti
quelli che la pensano allo stesso modo sulle basi fondamentali della
democrazia e della Costituzione per rimandare a dopo le altre
discussioni, pur importanti ma destinate a rimanere soltanto accademiche
se manca la democrazia che permetta di tramutare le discussioni in
compromessi e decisioni.
E sempre senza mai abbassare la
guardia, senza lasciare che le diatribe su cose secondarie possano
prevalere sulle cose fondamentali. Con la piena coscienza che i diritti
non sono un regalo divino, ma una conquista umana che deve essere difesa
strenuamente perché qualcuno può sempre tentare di rubarcela.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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