L’appuntamento
con le primarie del PD di domenica travalicano ampiamente il ristretto
ambito del partito che fu anche dei molti che lo hanno abbandonato; i
più ancor prima della scissione ufficiale. Pur non desiderandolo,
infatti, l’andare a votare è diventato sempre più necessario, quasi
obbligatorio, anche per chi pensa che probabilmente non voterà più per
il PD, perché il risultato influenzerà in maniera determinante il
destino di tutto il centrosinistra e, quindi, il futuro dell’Italia.
A fare chiarezza – ove ci fossero
stati ancora dei dubbi – è arrivato l’unico confronto a tre previsto e
svolto su Sky. Ne sono usciti vari elementi di propaganda sui quali
sarebbe anche il caso di soffermarsi, se non fosse per il fatto che
tutto il resto è stato messo in ombra dalla conferma più importante,
cioè che Renzi continua a pensare a premi alle liste e non alle
coalizioni e che, dopo una tornata elettorale nella quale è ben
difficile che qualcuno possa superare il 40 per cento, sarà più
disponibile a un alleanza di larghe intese con Berlusconi, anche se il
rapporto tra Renzi e l’ex cavaliere «è inesistente da mesi», che con
Bersani, Speranza e gli altri del MDP, perché «Con quelli che sono
andati via dal Pd – ha detto – è ovvio che non faremo alleanze. Non
perché hanno insultato me, ma perché hanno tradito decine di migliaia di
militanti».
Già qui sarebbe il caso di ricordare
che centinaia di migliaia di militanti non hanno rinnovato la tessera
proprio perché sono convinti che sia stato lui a tradire il PD. Ma
ancora più importante è sottolineare la reazione del candidato alla
segreteria dem e ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha detto
senza mezzi termini: «O vince il Pd, o vince Renzi», mettendo
addirittura in antitesi il partito e il suo ex segretario. E poi ha
specificato: «Se si dovesse porre questo tema, io chiederò la
convocazione di un referendum, previsto dallo Statuto, per decidere se
andare con Berlusconi, o con Pisapia. Io tra i due scelgo Pisapia. Se,
per questioni di rancore personale, per Renzi non è così, non credo sarà
compreso dal nostro popolo».
Giuliano Pisapia, ex sindaco di
Milano, ha proposto la creazione di quello che ha chiamato un “Campo
progressista” e, rivolgendosi all’ex segretario ed ex presidente del
Consiglio, ha detto: «La sinistra divisa può andare incontro soltanto
alla sconfitta. A Renzi resta poco tempo per costruire una coalizione:
se insisterà a pensare a un PD autosufficiente, la sconfitta sarà
generazionale perché ci vorrà, appunto, una generazione prima che il
centrosinistra possa ricostruire la fiducia e risollevarsi».
E Renzi ha risposto: «Stiamo per
scegliere in modo democratico il segretario che sarà anche il candidato a
Palazzo Chigi alle prossime elezioni». Negando, quindi, ogni
possibilità di coalizione con una specie di “O vinco io, o perdono
tutti”.
Il problema vive proprio in
quell’io, pronome che meglio si attaglia alle idee e ai comportamenti di
destra, mentre è il noi che rivela quella solidarietà che è il marchio
della sinistra. E uso questi due termini – destra e sinistra – perché
non sono diventati assolutamente obsoleti, o privi di senso. Anzi,
perdono sempre più astrattezza del simbolo e acquistano concretezza man
mano le differenze tra poveri e ricchi, tra potenti e ultimi diventano
più marcate e profonde; più pericolose per tutti.
Mi rendo conto che per tantissimi
andare a votare per qualcosa di interno al PD può essere fastidioso,
come anche donare complessivamente qualche milione di euro a quel
partito versandone due ciascuno per poter votare alle primarie, ma credo
sia un dovere farlo. Intanto perché l’aderenza agli ideali del PD mi
sembra appartenere più a coloro che se ne sono allontanati che a Renzi e
ai suoi e poi, soprattutto in quanto gli uomini passano, mentre gli
ideali restano e per salvare questi ultimi è necessario sconfiggere
quegli uomini che si illudono di essere più grandi delle idee e che, per
essere più sicuri della loro importanza, queste idee le vogliono
demolire, se non cancellare.
Quindi ritengo molto più importante
ridurre drasticamente la percentuale di coloro che preferiranno Renzi
che far capire – lo si è già capito abbondantemente – che questo PD
racoglie sempre meno suffragi e simpatie.
Ripeto quanto ho già scritto: «Spero
che tanti, pur se dovranno regalare un paio di euro al Pd, vadano
comunque a votare alle primarie, o per Orlando, o per Emiliano. E questa
mia sollecitazione, anche se la mia simpatia e consonanza politica con
Renzi sono uguali a zero, non va contro Renzi, ma a favore del PD e,
soprattutto, della sinistra. Con un PD che ritrovi almeno in parte le
sue origini tutta la sinistra potrà riprendere a sperare fin da subito».
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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