Davanti a tragedie come quelle di
Nizza diventa assurdo parlare delle piccinerie della nostra politica,
anche quando tenta di combinare schifezze sulle quali comunque ci sarà
tempo e obbligo di tornare. Ora, invece, è il momento di indirizzare il
proprio pensiero alle vittime per le quali l'asprezza del dolore è
troppo forte anche per essere soltanto accennata; ai carnefici contro i
quali sorge quasi spontaneamente un odio che solamente con fatica si
riesce circoscrivere in maniera tale da non farlo diventare uno dei
tanti razzismi che ammorbano il mondo e che sono proprio all'origine di
stragi come quella di ieri sera; e a noi che ci sentiamo soltanto
impotenti e spauriti testimoni e che, invece, dovremmo essere i motori
per far muovere il mondo verso quegli obbiettivi di pace, fraternità,
benessere diffuso di cui tanto parliamo e per i quali tanto poco
facciamo, sia per deliberata scelta, sia per colpevole disattenzione.
Avremo giorni, mesi e anni per
pensare a questo tipo di terrorismo, come ne abbiamo avuti tanti - e non
sono ancora bastati - per pensare ai terrorismi di casa nostra, ma il
primo pensiero che viene alla mente è una domanda: com'è possibile che
da sempre si sia divisa l'umanità a seconda del colore della pelle, o
della religione praticata, o delle inclinazioni sessuali, o della
ricchezza, e mai sia stata portata in primo piano la vera differenza
esistente tra i vari esseri umani e cioè il rispetto - o meno - della
vita altrui?
E questo vale non soltanto per chi
materialmente ammazza conosciuti e sconosciuti direttamente con armi,
esplosivi, o veleni assortiti, ma anche per coloro che fanno morire i
propri simili con la fame, le privazioni, la negazione dei diritti di
cura e di molti altri diritti, con le umiliazioni e le privazioni della
dignità, con la smania di guadagnare di più a ogni costo.
Si tratta forse di creare una nuova
categoria di persone verso le quali indirizzare l'odio? Assolutamente
no; anzi, è il contrario perché è proprio aggredendo alla base le
ragioni dell'odio nostro che potremo demolire le ragioni dell'odio
altrui. Dovremmo diventare protagonisti attivi nel diffondere l'idea che
la vita umana è al vertice delle cose importanti.
E tutto questo può essere fatto
soltanto agendo sul piano culturale, purtroppo quello meno valutato e
rispettato in questi anni orribili perché la cultura richiede tempo e
disponibilità a non guadagnare. Entrambe cose che per le tendenze di
oggi sono peggiori di una bestemmia.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento