Guardi la tv e capiti su un blocco di pubblicità che si conclude con uno spot che parla di “buoni vacanze” e vedi una famiglia triste per la crisi che improvvisamente sorride e sparisce in un vortice, presumibilmente verso lidi lontani. La scenetta si conclude e si vede che si tratta di uno dei tanti spot istituzionali – questa volta firmato dal ministero del Turismo – di cui il governo abbonda per farsi pubblicità soprattutto nell’imminenza degli appuntamenti elettorali.
Questa volta, però, in periodo di crisi sempre profonda, la cosa appare davvero surreale, tanto da indurre ad andare sul sito internet del ministero interessato per vedere se non si tratta di uno scherzo di dubbio gusto. E invece è tutto vero.
Apri il sito ad appare lei, il ministro Maria Vittoria Brambilla con quella chioma di un improbabile arancione carico, con quel suo sorriso ingessato e con un telefono appoggiato tra spalla e orecchio a dimostrare che ha sempre tantissimo da fare, ma che un istante di tempo per guardare un elettore in qualche modo riesce a trovarlo.
E vicino a lei scorre un testo che comincia con «Cari italiani, sono lieta di potervi comunicare che è diventato finalmente esecutivo il decreto da me varato che stabilisce l’erogazione di “buoni vacanze” da destinare alle famiglie disagiate». E poi continua tra varie amenità come quella che sottolinea che queste famiglie disagiate potranno «trascorrere momenti di relax e di riposo a un costo ridotto» e conclude trionfalmente: «Una vera e propria azione concreta al servizio delle molteplici esigenze della famiglie italiane».
E allora capisci che lo scherzo - che non fa assolutamente ridere - non consiste nello spot, ma nel fatto che il presidente del consiglio abbia preteso che a sedere su una poltrona ministeriale andasse una simile persona, incapace di capire che i denari a disposizione dello Stato, in un momento in cui ci sono milioni di italiani che stanno tirando la cinghia, mentre centinaia di migliaia di cassintegrati tra pochi mesi diventeranno disoccupati, dovrebbero essere utilizzati in altro modo e non per finanziare vacanze. Incapace di avere la sensibilità per capire che forse quel “relax” non è tanto facile da raggiungere se manca il lavoro e se vacilla la fiducia nel futuro per se stessi e soprattutto per i propri figli.
Ma forse la Brambilla è ancora sintonizzata sulle precedenti parole del “capo”, quando negava che esistesse la crisi e che la colpa era tutta dei pessimisti. Qualcuno dovrebbe avvertirla che anche Berlusconi ha dovuto ammettere, per giustificare l’ennesima promessa non mantenuta sul taglio delle tasse, che la crisi invece c’è.
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