Tutti coloro che hanno voglia di parlare devono averne la possibilità, ma tutti coloro ai quali può accadere, anche per caso, di trovarsi ad ascoltare hanno l'incontestabile diritto di sapere bene chi hanno di fronte.
Dunque, quello di David Irving è un falso problema: ha tutto il diritto di parlare, ma, per rispettare i diritti della comunità, c’è il dovere di presentarlo con il titolo che gli spetta di diritto: quello di bugiardo e non certamente quello di storico, magari seguito da quel termine "negazionista" che sembrerebbe lasciare aperto uno spiraglio alle sue aberranti tesi sul fatto che la shoah non è mai esistita. Aberranti non perché di ispirazione squisitamente nazista – e già questo potrebbe bastare ad abundantiam – ma in quanto del tutto inventate com’è ampiamente dimostrato da testimonianze, confessioni, scritti, fotografie, filmati, documenti di ogni parte. E anche da sentenze che lo hanno condannato in più Paesi.
Insomma, Irving non è uno storico, ma un bugiardo. Ed è ridicolo, ma anche avvilente, vedere che alcuni si ergono a paladini del suo diritto a parlare. Si capisce che “La Destra” lo abbia invitato a Udine, anche se ovviamente non approvo. Si capisce – e quasto lo approvo incondizionatamente – che il sindaco Honsell non permetta che sale comunali siano insozzate da un simile personaggio. Molto meno si può capire che ci sia chi parli di libertà violate e non si preoccupi che qualcuno possa anche finire per credere a bugie conclamate.
Impossibile? Basta pensare che c’è qualcuno che sostiene che Gladio è stata un’associazione di patrioti che non si è mai macchiata di alcun reato. E che purtroppo c’è chi ci crede, sia perché non sa che l’esplosivo che ha dilaniato i carabinieri a Peteano proveniva da un deposito di armi appartenente a Gladio, sia perché nessuno – e personalmente ne sento un profondo rimorso – è andato lì a sbugiardarli con in mano una sentenza definitiva.
È un errore che non bisogna commettere più. Gli storici possono anche sbagliare nelle loro valutazioni. I bugiardi – e Irving lo è – sanno benissimo quello che dicono e perché lo dicono.
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