Una buona notizia c’è. A vedere Berlusconi convocare improvvisamente una conferenza stampa tutto solo, senza nessuno dei suoi fidi o dei suoi viscidi vicino, si capisce che anche lui comincia a sentire che la sua sedia non è più così stabile. Poi può anche passare 45’ a raccontare i suoi sognati successi, altri 2’ a rispolverare l’editto bulgaro per scagliarlo questa volta contro il Tg3, e 30” per dire che lui anche sul piano familiare non ha nulla da rimproverarsi. Ma il dato di fatto è che quel signore si è mosso perché aveva da offuscare il rifiuto della Bce alla tassa sull’oro di Bankitalia, le prime conclusioni della magistratura sulla cocaina che girava alle feste di palazzo, e perché questa volta neppure lui è sicuro che l’Italia saprà inghiottire altri rospi sempre più pesanti che diventeranno indigeribili quando la crisi – per lui inesistente – farà restare chiuse altre industrie a settembre, con il corollario di altre migliaia di posti di lavoro in meno.
Per me – e non solo perché faccio il giornalista – è indigeribile anche l’attacco al Tg3 che ha il torto di non celebrare sempre i suoi pretesi trionfi. Un attacco che segue di due giorni la lezione di giornalismo sportivo in cui ha spiegato che non si può scrivere male della squadra che si segue, perché altrimenti i lettori tifosi non leggeranno più.
Due attacchi al concetto stesso di giornalismo che spiegano meglio di mille articoli come tra Berlusconi e il concetto di democrazia non ci sia neppure il minimo contatto, perché la democrazia non può esistere senza libertà di conoscenza, di pensiero, di parola, di scrittura, di giudizio, di dissenso. Il suo modo di fare mi fa ricordare un’amara frase di Paul Ginsborg: «La legalità impediva la vita normale».
Dario Franceschini ha detto che è ora di finirla con gli attacchi alla libertà di stampa e che se Berlusconi continuerà così a settembre bisognerà chiamare in campo la società per rispondergli a tono. Benissimo. Ma perché a settembre e non subito? Forse le soperchierie vanno in vacanza? Forse il lusso di una vacanza etica e sociale possiamo prendercelo noi?
Ha detto: «Non è più sopportabile che la Rai, con i soldi pubblici, attacchi il governo». Io ritengo che non sia più sopportabile che con i soldi pubblici Berlusconi distrugga nella sostanza e nell’immagine l’Italia.
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