sabato 27 gennaio 2018

Caccia alla volpe

Ma davvero pensate che per poter risollevare l’Italia siano importanti i nomi dei candidati presenti sulle liste elettorali e non le idee? Ma davvero credete che non sia proprio questa mancanza di progetti e di ideali a determinare quella fuga dalle urne che tutti dicono di temere, ma che nessuno si impegna a evitare?

Ci sarebbe da ridere, se non fosse che ad andarci di mezzo è la residua salute del Paese, a vedere come si accapigliano per un posto “sicuro”. Lo fanno perché pensano di avere poteri taumaturgici, o, più semplicemente, per ambizioni personali? Baruffe sanguinose, accuse e abbandoni sono stati gli ingredienti che hanno riempito queste giornate cancellando dalla ribalta qualsiasi progetto politico. Colpi di scena con l’apparizione di volti inattesi e la sparizione di altri, dati praticamente per sicuri; rivolte di corrente e di territorio; cancellazioni di cose già decise e lunghe veglie in armi. La recita è la stessa praticamente in tutti i partiti con troppi candidati per troppo pochi posti. E con la loro speranza che poi quei posti non diminuiscano ulteriormente. L’unica cosa certa è che di democrazia non si parla proprio.

Agli elettori non resta che sorridere (poco) e sogghignare (molto) pensando a quanti erano convinti di essersi conquistati un posto con obbedienza e servilismo e che si sono visti retrocedere, o addirittura cancellare, perché qualcuno si è dimostrato più accomodante di loro, o perché qualcun altro da l’idea che potrebbe raccattare qualche voto personale in più. E i voti per individuare il percorso politico migliore? Non interessano quasi a nessuno.

Si dirà che tutto questo è sempre accaduto. È vero, ma non del tutto perché molti dei peggioramenti dipendono da una legge elettorale assurda prima che truffaldina e con un certo olezzo di incostituzionalità.
 

Sarebbe da far partire una caccia a quella volpe che ha costruito il Rosatellum, ma si sa già di chi si tratta e, nonostante le follie di questa politica, ci si riesce ancora a stupire che sia stato premiato con la sicurezza di tornare in Parlamento.

Talvolta viene il dubbio che a non pochi dei nostri politici non servirebbe chiedere «Ma davvero pensate che…?», perché sarebbe sufficiente dire «Ma davvero pensate?».

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

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