mercoledì 9 febbraio 2022

Un paio di aerei al giorno

Meloni
Quanto a numero di morti è come se precipitassero un paio di aerei di linea al giorno, ma nel caso dei morti per Covid questi numeri non soltanto non occupano più le prime pagine dei giornali, ma quasi non se ne parla, se non per suggerire nuovi metodi di conteggio che possano ridurli e, quindi, rendere improbabile che qualcuno possa spaventarsi nel già improbabile caso che si imbatta in quelle cifre che raramente sfuggono dai testi degli articoli per tornare nei titoli, negli occhielli e nei sommari.

Viene anche da chiedersi cosa succederebbe se la legge sulla privacy concedesse anche per il Covid di conoscere e pubblicare i nomi delle vittime, proprio come succede, invece, per gli incidenti aerei. Perché la spersonalizzazione di questi morti evidentemente allontana anche la pietà dalle nostre menti.

E mentre questo succede più d’una trasmissione televisiva, per puri e squallidi motivi di audience e di share, sta dando sempre più spazio a no-vax e a no-pass ringalluzziti dal fatto che, grazie agli altri – quelli che si sono vaccinati e hanno rispettato le regole tracciate da virologi e infettivologi e rese possibili da chi ha realizzato i vaccini – anche i contagi causati dalla variante omicron stanno calando.

La cosa che descrive bene lo spirito di non-vax e no-pass – ma anche, purtroppo, le condizioni di una parte considerevole di questa nostra società – è l’assoluta predominanza del pronome “io” e la grande carenza di quello “noi”.

Un esempio perfetto ci è regalato da Giorgia Meloni che ha detto che non farà vaccinare sua figlia perché «le probabilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine». Indiscutibile dal punto di vista della salute della bambina. Alla Meloni manca completamente, però, la parte svolta dai vaccini a livello sociale e confermata con forza anche nella diffusione della variante omicron: che è stata proprio la vaccinazione dei bambini e dei ragazzi ad avere dapprima indebolito, e poi ridotto drasticamente, il numero dei contagi, mentre quello dei morti segue di solito di un paio di settimane di agonia quello di coloro che si ammalano gravemente e finiscono nelle terapie intensive.

È un esempio lampante delle differenze tra “io” e “noi”; anzi, in questo caso “voi”, perché lei è convinta – e le auguriamo davvero di cuore che non succeda il contrario – che nessuno dei suoi cari sarà mai a bordo di uno di quei due aerei di linea che da mesi si schiantano al suolo ogni santo giorno.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

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