giovedì 12 novembre 2020

Che virus uccide la nostra civiltà?

Ma c’è davvero da temere che sia il Covid-19 a mettere in pericolo la sopravvivenza della nostra cosiddetta “civiltà”? O, forse, è proprio la nostra cosiddetta “civiltà” ad avere già in sé il virus dell’autodissoluzione, un virus così violento da sgretolare tutto quello che tocca, dall’etica all’economia, dalla cultura alla democrazia.

Fateci caso e lasciate pur perdere le realtà che già di per sé sono talmente orrende da non permettere alcuna titubanza nei giudizi, come la disumanità dei tanti Trump, Bolsonaro, Salvini e chi più ne ha più ne metta. A far pendere verso il pessimismo le nostre aspettative non sono, infatti i cattivi, ma i presunti buoni.

Pensate all’esserino di sei mesi – Joseph si chiamava – che è morto nel Mediterraneo pur dopo essere stato salvato dall’annegamento nell’ormai consueto naufragio di un gommone stracarico, dopo essere stato recuperato da uno stato di ipotermia dovuto alle acque gelide del mare di novembre. Il suo corpicino, però, non ha resistito a tutti questi stress e ha ceduto proprio quando sembrava che avrebbe potuto farcela.

Troppo tempo in acqua, mentre attorno a lui altri sei sono stati ingoiati dalle onde. Troppo tempo anche perché soltanto una nave stava incrociando da quelle parti mentre tutte le altre, che una volta si prodigavano proprio per salvare i naufraghi, erano bloccate in porto da sanzioni amministrative decise dal nostro attuale governo, da quel governo che ha affermato di aver finalmente cancellato i decreti Salvini, ma che, in realtà, li ha soltanto modificati addolcendone le parole, ma non i significati; facendo un passo di propaganda verso coloro che credono nella solidarietà, ma non muovendosi quasi neanche di un millimetro nell’abbandonare quella disumanità che ci rende indegni di considerarci un popolo evoluto e democratico, che ci fa capire che siamo ancora ben lontani dal comprendere che la libertà non è una proprietà privata, ma un bene collettivo.

È vero: questo governo sta attraversando la peggiore delle crisi dopo la guerra, sta facendo del suo meglio per cercare di trovare la via per salvare più gente possibile, pur dovendo scendere a patti con le esigenze dell’economia e la diffusa idiozia della gente. Ed è altrettanto vero che non tutto ha funzionato perché si sono persi dei mesi pensando prematuramente che si fosse già fuori dal tunnel e, quindi, non rafforzando a dovere la sanità pubblica e lasciando ancora una volta che le case di riposo diventassero dei gironi infernali e troppo spesso mortali.

Sarebbe assurdo, oltre che impossibile, cambiare in corsa, anche perché l’alternativa sarebbe quella di vedere al governo coloro che fino a ieri si vantavano di non usare la mascherina. Ma sta di fatto che, pur impegnandosi a dare una mano a chi sta svolgendo questo terribile compito, un giudizio etico su questo governo è già scritto ed è umanamente negativo.

Cancellare davvero lo spirito dei decreti Salvini non sarebbe costato molto, se, non, forse, in termini di propaganda subita, e non avrebbe certamente distratto da altre incombenze fondamentali come quella di salvaguardare gli ospedali, le case di riposo, le scuole, i luoghi di utilità pubblica. Il fatto è – e questo è imperdonabile – che adesso nessuno ammetterà mai di aver favorito la morte di Joseph per squallidi calcoli di opportunità politica e di convenienza, ma è proprio questo che è stato fatto e che, purtroppo succederà ancora.

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