Nella
Polonia dei gemelli Kaczyński vogliono rimettere in funzione la pena di
morte, anche se i principi fondativi europei lo proibiscono? Che
problema c’è, tanto riguarda i loro cittadini. Alcune nazioni vogliono
mandare i propri soldati in guerra in Paesi come l’Iraq e l’Afghanistan?
Facciano pure, tanto i soldati che rischieranno la vita sono i loro.
L’Ungheria di Orbán intende costruire muri contro l’ingresso di migranti
mentre in altre nazioni si vagheggia la possibilità di mitragliare i
barconi? Tranquilli, tanto chissà quegli straccioni da dove arrivano?
Uno Stato è in ritardo con i pagamenti e non riesce a restituire il
debito? E no! Che esca dall’Europa perché quelli sono anche soldi
nostri.
Mi rendo conto che è un riassunto
molto grossolano di quello che è accaduto negli ultimi anni nella
cosiddetta Unione Europea, ma mi sembra un efficace riepilogo di quella
che è la filosofia portata avanti da Frau Angela Merkel e da Herr
Wolfgang Schäuble nel nome della loro Germania.
Mi verrebbe da dire, partendo da un
celebre passaggio di Nietzsche, da poco ricordato da Umberto Galimberti,
che i greci hanno da sempre il coraggio di guardare in faccia il
dolore, mentre i tedeschi hanno solo il coraggio di guardare in faccia
il dolore degli altri. Ma sarebbe sbagliato: gli accusati non sono i
tedeschi; sono i loro governanti e la responsabilità del popolo tedesco è
invece quella – ma non è piccola cosa – di aver permesso che quei
governanti salissero al potere. E su questo noi italiani non possiamo
certamente ergerci a giudici visti i governi ai quali abbiamo permesso –
e permettiamo – di dirigere le nostre vite.
Al di là di questo, che i popoli
c’entrino davvero poco è confermato anche dal modo in cui, da politici e
speculatori, viene dosata sapientemente l’alternanza di ottimismi e di
docce gelate, un’alternanza che non ha molti altri scopi se non quello
di provocare violente euforie e altrettanto profonde depressioni nelle
borse, creando le condizioni indispensabili perché i già ricchi possano
ulteriormente arricchirsi e i già poveri, anche quelli che non cedono al
fascino del gioco d’azzardo truccato che nella cosiddetta finanza trova
la sua più alta espressione, vengano ulteriormente impoveriti.
Siamo nelle mani di personaggi –
come il terribile duo tedesco – senza scrupoli umanitari, senza accenni
di solidarietà nei confronti degli ultimi, e del tutto refrattari
all'idea che stanno afamando degli innocenti mentre i veri colpevoli se
la stanno spassando beatamente, ma anche di altri personaggi – Renzi ne è
un preclaro esempio – che tentano di sfruttare la situazione
accreditandosi come saggi, potenti e grandi mediatori, mentre invece
continuano a collezionare dichiarazioni ricche soltanto di sicumera e
silenzi che tentano di nascondere, almeno ai più distratti, le
vertiginose e repentine marce indietro e le smentite di se stessi che
dovrebbero invece fare.
Papa Francesco, con quel suo rigore
etico ancor prima che religioso, anche recentemente ha ricordato la
definizione evangelica del denaro che è considerato “sterco del
diavolo”. Ma se lo sterco può fare schifo, le colpe dell’imbrattamento
del mondo e della vita, con quello stesso sterco, ricadono su chi lo
maneggia scientemente, con l’unico scopo di incrementare potere e
ricchezza. Però, almeno in parte, anche su chi permette che questo
avvenga.
Molti in questi giorni dicono che il
sogno di Spinelli, Rossi e Colorni stia andando in frantumi. Ma non è
così: il sogno di quei tre splendidi visionari continua a rimanere lì,
monolitico, bellissimo e intangibile. Quella che oggi si teme possa
andare in frantumi non è l’Europa: è soltanto una cosa che si è
impadronita di quel nome, guardandosi bene di fare propria anche la
sostanza. È una specie di appropriazione indebita che ormai viene
praticata abitualmente in vari frangenti: basti pensare a come alcuni si
stanno appropriando del nome di sinistra, mentre fanno cose di destra.
Anche per l’Europa, come per la
sinistra, il far cambiare rotta è nelle mani degli elettori. Sempre che
si creda ancora nel significato originario della parola democrazia,
altro termine abusato e sempre più spesso depredato della sua sostanza.
E, a proposito, se è vero, come
hanno detto Delors e Juncker per sminuire la portata del risultato del
referendum greco, che nessuna democrazia ha più valore delle altre,
perché questi ineffabili personaggi non ripetono ora la stessa frase
quando è la Germania a entrare a gamba tesa per scompaginare le carte di
una decisione di aiuto alla Grecia che gli altri Stati europei avevano
praticamente già preso?
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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