Talvolta resto senza scrivere per
alcuni giorni; non perché manchino gli spunti sui quali ragionare, ma in
quanto finisco per sentire del tutto inutile parlare di cose delle
quali a questo Paese sembra non importare più nulla, anche se la crisi
continua, se il lavoro manca sempre di più, se i giovani, ma anche gli
anziani, non hanno speranze nel futuro, se i casi di corruzione
continuano a pullulare tanto da venir considerati, come originalità
della notizia, alla stregua delle previsioni del tempo.
In questi tempi, per esempio, sembra
che l’unica cosa sulla quale gran parte della politica discute è se a
Renzi conviene diventare subito presidente del consiglio, o se rischia
di bruciarsi. Se a Renzi conviene? Ma qualcuno si chiede cosa potrebbe
convenire all’Italia e ai suoi abitanti? Anche se Renzi mi fosse
simpatico e se avessi fiducia in lui, la mia reazione sarebbe la stessa:
“Echissenefrega”.
E la stessa reazione avrei se
qualcuno cercasse di convincermi che l’importante è vincere. Non importa
come, non importa con chi. A me non importa, invece, di veder vincere
un PD che del PD originario mantiene soltanto il nome. Vorrei che
vincesse una coalizione – indifferente il suo nome – che portasse avanti
quegli ideali e valori di centrosinistra con cui il PD originario era
nato.
In questi giorni si è assistito a un
documento firmato da alcuni intellettuali (?) nel quale si caldeggia
l’abolizione della virgola nei testi scritti, in quanto questo segno di
interpunzione, già trascurato in tutti i social network,
serve soltanto a sottolineare sfumature di espressione. Soltanto? È
l’ennesima conferma che la nostra società non è più capace di cogliere
le sfumature, o, meglio, le differenze. Che è più comodo far cadere ogni
cosa in un calderone in cui sobbolle continuamente un’indistinta massa
di avvenimenti. In cui si può confondere, senza sentirsene colpevoli, la
libertà di opinione con la violenza (non soltanto fisica) e la
sopraffazione; in cui i giudizi negativi sono spacciati sempre per
offensivi, a prescindere dal comportamento di coloro ai quali questi
giudizi sono rivolti; in cui non si vuole più distinguere la destra
dalla sinistra, l’interesse privato da quello pubblico, l’apparenza
dalla sostanza; in cui fa comodo non vedere più l’unica cosa che in quel
calderone maleodorante non sono riusciti ancora a buttare: il valore
della nostra Costituzione.
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