Di almeno una cosa bisogna dar atto ai cosiddetti “tecnici”:
di avere dato – per quel che si può e in senso relativo – dignità ai politici.
Basterebbe pensare all’incredibile suicidio politico del capofila dei tecnici,
Mario Monti, ai disastri e alle gaffes firmati dalla Fornero, alle miserande
soluzioni escogitate da illustri economisti che hanno soltanto predicato tagli
senza pensare che così non muore l’economia ma un intero Paese; e si potrebbe
andare avanti.
Adesso, però, credo che Anna Maria Cancellieri abbia posto
la lapide definitiva sulle ambizioni dei “tecnici” di governare un Paese. Il
suo comportamento sul caso Ligresti è – a essere buoni – incredibile: possibile
che non le sia neppure passato per la testa che un Guardasigilli non deve
interferire con l’operato della magistratura? Che il suo telefono non serve per
sentirsi chiedere favori e per richiedere a sua volta favori che, se detti da
un ministro, diventano imperativi? Che non soltanto i ricchi e potenti soffrono
la reclusione in carcere?
E non può certo sperare che la sua scorrettezza
istituzionale possa essere dimenticata davanti al fatto che l’immagine del
ministro della difesa Mario Mauro sia usata come pubblicità dalla Lockheed per
propagandare gli F35, ridando fiato nella corsa al peggio tra “tecnici” e
“politici”.
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