Un solo, breve pensiero dopo aver visto l'almeno parzialmente condivisibile requisitoria di Marco Travaglio contro il Pd e l'appassionata difesa effettuata da Pierluigi Bersani davanti alle telecamere di Annozero. Ebbene, a prescindere dalle argomentazioni pro e contro, la cosa che mi sembra più importante è stata la reazione del segretario: non arrabbiata, ma indignata e appassionata, desiderosa di far vedere cose che forse non si erano notate, orgogliosa di un lavoro che non ha ancora dato grandi frutti, ma che è proceduto onestamente e con impegno per seguire una strada fatta da valori che poco appaiono sugli schermi televisivi, ma che sono pilastri fondamentali nella filosofia politica e sociale del centrosinistra.
Credo si debba ringraziare profondamente Travaglio per avere innescato questa reazione che, però, è stata totalmente diversa da quella vista nei maggiorenti politici dopo l'attacco di Nanni Moretti a piazza Navona. Non è stata una difesa di sé, ma delle proprie idee e della propria condotta.
E quando si finisce di parlare di sé e si riprende a parlare di idee e lavoro con una passione che fa vibrare la voce, tutto sommato la speranza di tornare a far presa sui milioni che non vanno più a votare perché totalmente disillusi tortna a fare capolino.
Forse è poco, ma davanti al nulla assoluto di qualche giorno fa è già molto. Adesso tocca a noi riuscire a dimostrare che siamo disposti a indignarci e a lavorare. perché accusare soltanto i vertici e non noi stessi è l'errore più drammatico che si possa fare.
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