giovedì 7 aprile 2022

Libertà di espressione e truffa

UcrainaTutti sappiamo che la guerra è una specie di fiera campionaria di tutte le crudeltà dell’uomo, delle sue spietatezze, dei suoi sadismi. Ma, ringraziando Dio, nessun essere umano, almeno vagamente degno di tal nome, saprà mai abituarsi alle sue disumanità.

Tutti sappiamo – scusate il luogo comune – che una delle prime vittime della guerra è la verità che viene sommersa dalla propaganda. Ma quando si esagera, quando ci si nascondono anche i dati di fatto incontrovertibili, più che di disumanità, si tratta di complicità.

Le polemiche sulla strage di Bucha – e quelle che usciranno sicuramente sulle altre stragi che indubbiamente sono state commesse in altri paesi dell’Ucraina – lasciano sgomenti perché certe prese di posizione e certe dichiarazioni sono francamente oscene. E fa rabbrividire che uno dei comunicati emessi in questo senso arrivi dalla presidenza nazionale dell’Anpi messa giustamente sotto accusa da molte delle sezioni regionali e locali.

E fa venire il voltastomaco assistere a comparsate televisive di personaggi che negano ogni evidenza sulle responsabilità di Putin, proprio come non molti mesi fa negavano l’esistenza del Covid e l’efficacia dei vaccini.

Un voltastomaco che investe colui che dice certe cose, ma che raggiunge il livello del vomito di fronte a certi miei colleghi che interpretano la loro professione giornalistica non come l’impegno a tentare di riportare i fatti a coloro che leggono, o ascoltano, ma come l’impegno ad aumentare la diffusione e lo share a qualsiasi costo, anche massacrando scientemente la realtà.

Perché, anche se si dice che non c’è mai certezza di quello che accade in guerra, invece qualche certezza sicuramente c’è. A invadere l’Ucraina, per esempio, è stato Putin, non certamente Zelensky. Putin aveva paura della Nato? Quindi, per questi signori, la guerra preventiva non è quella mostruosità che è sempre stata, a prescindere da chi l’ha scatenata? Putin è intervenuto per difendere i russofoni di un paio di regioni orientali dell’Ucraina? Ammesso che questi abbiano sofferto di discriminazioni e soprusi gravissimi, o addirittura estremi come la morte, perché non si è fermato dopo aver “liberato” quelle zone?

E, proseguendo, chi è che sta bombardando le città che notoriamente sono più affollate da civili che da militari? Forse è il caso di non dimenticare cosa ha fatto Putin in Cecenia dove ha fatto radere al suolo Gnozny causando alcune decine di migliaia di morti tra i cittadini di quella capitale che è stata classificata come la città maggiormente distrutta al mondo. O forse si vuol dire che i ceceni andavano puniti perché avevano invaso la Cecenia?

La libertà di espressione è sacra e garantita dalla Costituzione, ma la parola “espressione” non deve essere confusa con “menzogna” o “truffa”.

La guerra, come si diceva, tende a uccidere la verità, ma produce anche l’obbligo di ragionare su quello che accade e di prendere posizione anche su realtà che si ritenevano indiscutibili. Un merito di Zelensky, per esempio, è quello di aver riportato in primo piano uno scandalo che tutti conosciamo da sempre, ma sul quale, forse per malriposto rispetto, abbiamo sempre taciuto: quello del Consiglio di sicurezza dell’ONU nel quale le quattro grandi potenze vincitrici della seconda guerra mondiale più la Cina hanno diritto di veto e, quindi, possono commettere qualunque nefandezza e poi bloccare qualsiasi condanna nei propri confronti.

I fatti dell’Ucraina hanno ancora una volta messo in rilievo che l’ONU attuale non soltanto è inutile, ma può diventare addirittura dannoso. Se non è possibile riformarlo dall’interno, allora forse è meglio cancellarlo e ricostruirlo ex novo con regole e parametri più efficaci. Del resto, è quello che è già successo alla fine della guerra con la nascita dell’ONU dopo che i fatti avevano dimostrato l’incapacità della Società delle Nazioni di prevenire le aggressioni delle potenze dell’Asse: Germania, Italia e Giappone.

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