Piccolo riassunto dei fatti. Un sito internet Usa pubblica una foto in cui sembra di scorgere John Fitzgerald Kennedy disteso a prendere il sole su uno yacht mentre attorno a lui si muovono quattro ragazze nude; la didascalia parla di orge in mare. Poche ore dopo si appura che la fotografia è un falso; il sito internet ammette l’errore e si scusa per il mancato controllo. Negli Usa la cosa finisce qui, ma la notizia della foto scandalosa era già arrivata in tutto il mondo e in tutto il mondo poco dopo arriva anche la notizia della smentita.
Oggi in Italia tutti i giornali danno notizia dell’errore. Tutti meno uno, “il Giornale” della famiglia Berlusconi per il quale la notizia si conclude prima della smentita e che titola a mezza pagina in prima «Ecco Kennedy, mito della sinistra. Altro che l’harem di Silvio», riprendendo a tutta pagina, all’interno, con “L’harem in barca di Jfk, eroe della sinistra”. Nel catenaccio si adombra in breve l’ipotesi del falso, ma in grande la si smentisce immediatamente: «Nelle biografie si parla di quella vacanza: mentre lui se la spassava, la moglie abortiva». E questo per fermarsi ai titoli, perché nel testo firmato da Giuseppe De Bellis, la pornografia costruita sul falso è ancora più repellente.
Alcune considerazioni. Sembra davvero incredibile cosa il quotidiano diretto da Feltri possa fare pur di attaccare la sinistra, magari attraverso quelli che Feltri definisce «i suoi miti», e per difendere Silvio Berlusconi, mai cercando di ripulire lui – cosa evidentemente ritenuta impossibile – ma cercando di infangare gli altri; chiunque altro, anche se già morto da quasi mezzo secolo.
Abbastanza ridicolo appare l’idea che si possa fare campagna elettorale gettando fango su un uomo politico del passato che sicuramente ha avuto molte donne al di fuori del matrimonio, ma che altrettanto sicuramente – ed è una differenza non da poco – non ha mai nominato o fatto eleggere nessuna di queste donne a cariche politiche di responsabilità all’interno delle istituzioni dello Stato.
Fa riflettere invece, il supremo sprezzo della verità con cui questo quotidiano agisce, quasi fosse sicuro che i suoi lettori siano esclusivamente monolettori, capaci, cioè, di leggere soltanto “il Giornale”, o, al massimo, di ascoltare anche il Tg4. E, quindi, al riparo da qualsiasi trauma causato dal fatto di rendersi conto che il quotidiano preferito dal “Partito dell’amore” ammanisce in continuità bufale intrise di odio.
La trista e triste vicenda di Boffo, l’ex direttore de “L’avvenire”, è recente ed evidentemente non ha insegnato proprio nulla. L’infangamento su false basi è identico. Il vantaggio di questa volta è che a un morto non servirà neppure fare le inutili scuse fatte molto più tardi del dovuto al vivo.
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