Probabilmente i fatti di Roma hanno finito per far aprire gli occhi a molti sulla realtà fascista di una parte non trascurabile dei cosiddetti movimenti no-vax e no-green pass, ma non sono pochi quelli che continuano imperterriti a recitare le loro formulette dialettiche imparate a memoria nei non pochi siti infarciti di fake-news.
Lasciando perdere coloro che fideisticamente credono a qualunque fantasiosa ipotesi complottistica venga loro fatta passare per reale e quelli che sanno benissimo che quelle fake news sono proprio nient’altro che bufale utili a fini elettoralistici, restano alcune persone che non credono alla scientificità della scienza e altre che si affidano a una lettura parziale e capziosa della nostra Costituzione, che probabilmente è uno dei testi più citati e insieme meno letti al mondo.
A coloro che tirano in ballo la Costituzione, vorrei suggerire la lettura di quel testo in maniera completa e, nello specifico, segnatamente l’articolo 32 che, nel secondo comma, recita: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge», ma anche l’articolo 16, che, al primo comma, afferma: «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza».
Viste queste due brevi citazioni la prima delle ipotesi possibili fa pensare che i contestatori, al netto delle suggestioni fasciste, non concepiscano il concetto di una legge emanata, in democrazia, per stato di necessità. Quindi questo vuol dire che, o non si considera eccezionale e grave l’accadimento di una pandemia che solo in Italia ha mietuto oltre 130 mila vittime, o non si ha fiducia nella scienza. Eventualità che sono molto lontane dalle mie convinzioni e – ne sono certo – anche dalla realtà.
È in quest’ottica che va inquadrato il fatto che da venerdì l’obbligo del green pass diventerà cogente in tutte le situazioni, anche di lavoro, pubblico o privato che sia, con sanzioni, multe e sospensione dello stipendio per gli inadempienti.
Su questo obbligo si sta assistendo a spettacolari tentativi di equilibrismo logico che non riescono a nascondere una contrarietà concettuale al vaccino. Stante il fatto che l’obbligatorietà – grazie a Dio già esistente per altri vaccini – avrebbe sicuramente precluso la possibilità di opposizioni se non per concreti problemi di salute, le richieste minacciose e spesso violente di una gratuità dei tamponi per chiunque voglia farne uso appare decisamente contraddittoria con il fatto che i vaccini che puntano a combattere la pandemia sono già completamente a carico dello Stato e, quindi della collettività. E questa richiesta appare decisamente ingiusta anche dal punto di vista dell’equità contributiva generale visto che farebbe pagare a tutti gli italiani il rifiuto da parte di alcuni di seguire la strada che invece è quella più sicura e utile per l’intera comunità.
Se poi si rifiuta un controllo tramite green pass, implicitamente si vuol concedere a tutti di andare da qualunque parte sempre e comunque e quindi, in pratica, si finisce per negare anche la validità e la necessità del vaccino. Già sarebbe inaccettabile in via di speculazione filosofica, ma, sapendo che chiunque potrebbe contagiare chiunque altro (e già questo purtroppo è già successo alcune centinaia di migliaia di volte), la cosa è inammissibile anche dal punto di vista pratico oltre che costituzionale.
A tale proposito, per coloro che
amano citare la nostra Carta fondamentale senza conoscerla consiglio la
lettura dell’articolo 2: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
involabili dell'uomo...», il primo dei quali è quello alla salute e
alla vita e quindi alla difesa dalla possibilità di venir contagiato da
chi rifiuta, per motivi non fondati, non soltanto di difendere se
stessi, ma soprattutto di non mettere in pericolo gli altri.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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