Bella,
istruttiva e, quindi, utile, l’intervista a Luigi Di Maio pubblicata
oggi (sabato 7 aprile) su Repubblica e realizzata da Annalisa Cuzzocrea.
Lei chiede: «Lei è uscito dallo
studio di Sergio Mattarella formalizzando una proposta a due forze
alternative: la Lega e il PD. Ma come può pensare di andare al governo
indistintamente con chi è per i vaccini e chi è contro; chi sostiene la
Russia di Putin e chi espelle due suoi diplomatici; chi è pronto a
uscire dall'euro, e chi non ci ha mai pensato?». Lui risponde: «Non mi
risulta che le posizioni delle due parti siano queste. In ogni caso… con
chi troveremo le convergenze maggiori, lavoreremo».
Lei chiede: «Ma come si fa ad aprire
contemporaneamente a due forze opposte?». Lui risponde: «Lega e PD non
devono sentirsi sullo stesso piano».
Lei chiede: «Che vuol dire che non
sono sullo stesso piano? Con una delle due si possono trovare più
convergenze?». Lui risponde: «Non è quello che intendevo».
Lei chiede: «Crede che le politiche
sull’immigrazione del PD e quelle di Salvini siano scambiabili?». Lui
risponde: «Il punto non è questo, ognuno porta le sue idee, il contratto
si scrive insieme».
Sarebbe il caso di leggere l’intera intervista, ma mi limito a segnalarvi ancora un paio di passaggi.
Lei: «Perché ha tolto il veto su
Renzi?». Lui:«Io non ho mai posto veti, o parlato di PD “derenzizzato”,
come qualcuno ha scritto». Peccato che non siano state cancellate tutte
le registrazioni di “Dimartedì” quando Di Maio ha posto in maniera
esplicita il veto a un PD ancora con Renzi, anche se l’uscita di Renzi
sarebbe auspicabilissima non solo dai 5stelle, ma soprattutto da tutti
coloro che ancora hanno idee di sinistra.
E poi. Lei: «Berlusconi, Salvini e
Meloni andranno uniti alle consultazioni. Negando quel che lei ha detto
davanti al capo dello Stato, che non esiste un centrodestra unito». Lui:
«Salvini sta scegliendo la restaurazione invece della rivoluzione».
Lei, dopo aver sentito parlare a
lungo della necessità di senso della responsabilità: «Se l’unica strada
per andare a un governo fosse un suo passo indietro?». Lui: «Questo
Paese ha avuto tantissimi presidenti del Consiglio che hanno preso zero
voti dagli italiani. Ora c’è un candidato premier che ne prende 11
milioni e la prima cosa che si chiede è che si faccia da parte?».
Lei: «Con le nuove regole interne ai
5stelle lei può decidere tutto, anche sulla guida dei gruppi
parlamentari. Siete passati dall’uno vale uno all’uno vale tutti?». Lui:
«Non è così. Semplicemente, alcune decisioni spettano al capo
politico».
Molti altri botta e risposta
avrebbero dignità per essere riportati, ma questi credo possano bastare
per far capire che in questa intervista tra la Cuzzocrea e Di Maio
emerge chiaramente il fatto che c’è una visione lucida della situazione e
un’interpretazione rigorosa della realtà, doti necessarie per chi
ambisce a fare il premier. Peccato che queste due doti sembrano
appartenere alla Cuzzocrea e non certamente a Di Maio che, tra l’altro,
appare davvero il migliore dei 5stelle.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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