Ma davvero pensiamo di vivere ancora in un regime democratico? Se la risposta è positiva, allora vorrebbe dire che abbiamo molta fantasia, o molto ottimismo, o molta voglia di non vedere quello che sta accadendo in maniera mai così palese come oggi.
Non fa, forse, riflettere il fatto che subito dopo che la maggioranza ha perduto clamorosamente le elezioni amministrative e dopo che quattro leggi create dalla maggioranza sono state eliminate, in un referendum, dalla maggioranza assoluta degli italiani (che tra l’altro, mi si perdoni la celia, con i loro voti dimostrano di credere che Berlusconi sia più pericoloso delle scorie radioattive), quella stessa maggioranza abbia accresciuto il numero di voti a suo favore in Parlamento grazie a un’attenta e non risparmiosa politica di acquisizioni portata avanti da Denis Verdini? Questi fatti non dimostrano forse che tra Parlamento e società, tra interessi particolari e necessità sociali, non c’è più alcun collegamento?
Non fa, forse, riflettere il fatto che gli irriducibili leghisti che hanno sempre irriso le manifestazioni di piazza dicendo che il popolo si conta soltanto alle urne, dopo essere stati sconfitti dall’abbraccio mortale con Berlusconi e – almeno lo spero – dalla coscienza di un po’ di italiani che si sono resi conto di non poter vivere a contatto di gomito con dei razzisti, adesso dicano che gli 80 mila (diamo pur per buona la loro stima) di Pontida hanno dimostrato che i voti di poche settimane fa non hanno valore politico?
Il fatto è che Berlusconi non vuole mollare il potere perché è troppo a rischio di condanne, che molti dei suoi gli stanno vicini nella speranza di poter evitare anche loro l’impatto con il giudizio su fatti che una volta avrebbero fatto arrossire di vergogna e finire per qualche periodo al fresco, che la Lega si è troppo abituata al potere di “Roma ladrona” per volerlo mollare.
E la democrazia? Berlusconi e i suoi non sanno cos’è. L’hanno dimostrato più volte limitandosi a citarla di quando in quando nei discorsi, se pensavano che potesse tornar comodo farlo. Lo dimostrano clamorosamente oggi massacrando il concetto stesso di “democrazia rappresentativa”, a meno che non si intenda che rappresentano il capo e se stessi.
Per recuperare i disastri creati dal berlusconismo, dal leghismo, e da coloro che non vi si sono opposti, occorreranno delle generazioni. Ma almeno una cosa si dovrebbe fare subito: tornare a elezioni con sistema proporzionale e con preferenza libera.
Dite che non potrebbe essere assicurata la governabilità? Meglio, se la governabilità è un concetto troppo contiguo a quello di dittatura.
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