Troppo facile indovinare il fatto che l’unica reazione di Berlusconi davanti agli scandali delle corruzioni legate alla Maddalena, ai Mondiali di nuoto, al terremoto e a mille altri opere cosiddette “grandi”, sarebbe stata quella di esigere una legge restrittiva sulle intercettazioni telefoniche. Forse non ci saremmo aspettati che dicesse che i giudici devono vergognarsi e che contemporaneamente evitasse di parlare dei corrotti e dei corruttori, ma evidentemente si tratta di un nostro difetto di immaginazione.
Molto di più mi colpisce che proprio nel momento in cui torna sotto i riflettori il marciume immorale e amorale nel quale affonda l’Italia, i vescovi alzino la voce non contro chi trasgredisce al settimo (Non rubare) e al decimo comandamento (Non desiderare la donna d’altri), quasi sicuramente infrangendo anche l’ottavo (Non dire falsa testimonianza), molto spesso il sesto (Non commettere atti impuri) e rischiando fortemente di compromettersi anche con il quinto (Non uccidere), ma che invece si scglino dalle colonne del loro giornale contro Emma Bonino, candidata del Pd alle regionali del Lazio, che ha la grave colpa di essere radicale.
Piccola cosa, si dirà, perché le raccomandazioni dei vescovi interessano soltanto ai fedeli. Grande cosa, secondo me, non perché ritengo che questo intervento possa influire molto sui risultati elettorali, ma in quanto secondo me rischia di influire ulteriormente nel deteriorarsi dei rapporti di molti con una Chiesa che interviene pesantemnente nella politica non per moralizzarla, ma solo quando teme che a essere eletto sia qualcuno che probabilmente non sarà ubbidiente.
Nel cristianesimo ci sono forse nuove regole in seguito alle quali davanti a certi peccati si possa fare spallucce mentre davanti ad altri, invece, si debbano lanciare anatemi? Non lo sapevamo. Ma se così fosse ci piacerebbe che questi nuovi tipi di decaloghi - ammesso poi che le prescrizioni rimangano dieci - fossero resi pubblici.
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