La netta vittoria di Elly Schlein alle primarie dei gazebo, che ribalta totalmente la netta vittoria di Stefano Bonaccini alle primarie dei circoli, potrà dare – e sicuramente darà – la stura a infinite polemiche e ad altrettanti dibattiti, ma almeno due cose non credo possano essere messe in discussione e sono realtà che potrebbero far deviare nettamente il corso della politica italiana.
Per prima cosa, in periodi non troppo lunghi si vedrà se avrà seguito l’invito di Bonaccini – «Da domani tutti dobbiamo dare una mano per il rilancio del PD, sentiamo la responsabilità di metterci a disposizione, dobbiamo dare una mano a Elly». – oppure se i “democratici” (le virgolette qui davvero ci vogliono) che avevano per tempo annunciato che in caso di vittoria di Schlein se ne sarebbero andati, manterranno il loro proposito.
Ebbene, in entrambi i casi la situazione politica del centrosinistra potrebbe trarne giovamento. Se gli insoddisfatti restano e aiutano a realizzare il cambiamento, il PD riavrebbe finalmente una faccia riconoscibile e non pronta a ogni dannoso camuffamento elettorale. Se, invece, se ne vanno dando corpo alle speranze di Renzi e Calenda, il mascheramento finirebbe comunque e si tornerebbe a vedere un partito non teso a cercare alleanze a tutti i costi, ma deciso a riprendere in mano quella che gli elettori continuano a credere che sia la sua missione: scardinare le disuguaglianze, impegnarsi per il bene di tutti, difendere con le unghie e con i denti sanità e istruzione pubblica, preoccuparsi davvero degli ultimi, fare opposizione, nel senso parlamentare del termine, e resistenza, come espressione popolare del dissenso al di fuori dei palazzi.
Il secondo aspetto che balza fuori con evidenza dalla contrapposizione dei risultati tra i circoli e i gazebo, è che ci si deve impegnare a ridare ai cittadini il diritto a scegliere i loro rappresentanti esprimendoli tramite quelle preferenze che le varie segreterie hanno scelto di cancellare decidendo di dare la precedenza alla fedeltà rispetto alla competenza e rivelando anche il fatto che, stando per troppo tempo chiusi nelle stanze in cui si decide, i maggiorenti del partito hanno perduto i contatti con la base che affermano di rappresentare e che, invece, evidentemente non conoscono quasi più.
Poi sarebbe anche il caso di mettere tra i primi impegni politici quello di tornare a un sistema elettorale proporzionale che cancelli l’orrenda invenzione di Rosato e possa ridare davvero forza a quella rappresentanza che è diventata soltanto parziale e riservata a chi vince e ottiene, sotto qualsiasi forma, premi di maggioranza, mentre è tolta quasi del tutto a chi resta in minoranza e sa che per cinque anni non potrà parlare, se escluso da un Parlamento follemente ridotto nei numeri, o che, comunque, le sue idee non saranno prese in considerazione e, in molti casi, neppure ascoltate.
È ora, insomma, che il PD torni a parlare dell’unica alleanza davvero importante: quella con i suoi elettori.
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attenzione alle lusinghe di una certa democrazia diretta
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