Se ci avete fatto caso, l’economia e la finanza, oltre ad aver mandato in crisi buona parte della gente che vive in questo nostro Paese, ha anche invaso l’informazione. Giornali in carta, telegiornali, giornali radio dedicano spazi sempre crescenti ai frutti degli stregoni del capitalismo e necessariamente lo tolgono alle altre cose che, però, non sono assolutamente meno importanti.
Che il benessere economico sia fondamentale nessuno lo mette in dubbio, ma mi riesce difficile digerire il fatto che siano state dedicate poche righe ai 34 lavoratori neri di una miniera di platino sudafricana che sono stati uccisi con le mitragliatrici dalla polizia perché chiedevano troppo rumorosamente e animatamente uno stipendio meno da fame; che alla vergognosa condanna al carcere duro delle ragazze oppositrici di Putin sia stato un po’ di spazio in più, ma neppure troppo; che la quotidiana strage dei siriani sia rientrata tra le notizie di routine; che il governo Monti riproponga quell’assassinio della libertà di stampa e, quindi, della democrazia che va sotto il nome di riforma sulla legge delle intercettazioni; che si continui a porre in contrasto, nella vicenda dell’Ilva di Taranto, il diritto al lavoro con il diritto alla vita senza cercare di approfondire autonomamente un argomento tanto delicato.
Non vi viene il dubbio che questo essere acquiescenti ai capricci di coloro che si fanno chiamare “il mercato” possa servire anche a mettere la sordina a quelle che dovrebbero essere per noi preoccupazioni primarie e cioè la libertà e la democrazia? In poche parole, il diritto di avere diritti?
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