Davvero in questi giorni il panorama politico italiano è cambiato in maniera decisissima. E non mi riferisco certamente alla ridiscesa in campo di Berlusconi e dei suoi dipendenti – Tremonti in testa – perché la notizia poco vuol dire, oltre che confermare la squallida pochezza di una destra italiana che, senza gli interessi privati di Berlusconi da difendere, addirittura quasi non esiste visto che, a dare ascolto ai sondaggi berlusconiani, passerebbe dal 10 al 30 per cento a seconda che si presenti senza o con l’omino di Arcore.
Mi riferisco invece, alle parole pronunciate da Monti davanti ai banchieri – proprio a quelli che rappresentano una categoria alla quale si deve per la stragrande parte la crisi che stiamo vivendo – parole in cui ha attribuito i danni maggiori della nostra Italia, non alla corruzione, non alla voracità dei politici, non alla miopia degli imprenditori, non alla sottovalutazione che senza stipendi non esiste il mercato, bensì alla concertazione, cioè alla pratica di concordare le riforme con le parti sociali e non con autoritarie decisioni dall’alto, magari dopo consultazioni effettuate soltanto con la parte più vicina, quella che già detiene la stragrande parte del potere.
Si potrebbe dire a Monti di guardare alla vicina Francia dove il governo Hollande dice alla Peugeot che è inaccettabile una decisione di licenziare 8 mila lavoratori e che ogni decisione deve passare attraverso una concertazione. Si potrebbe ricordare a Monti che la concertazione è l’essenza stessa della democrazia che altrimenti si scinde in contrapposizione tra smanie di autoritarismo e voglie di rivoluzione.
Ma probabilmente Monti a queste cose non bada. E allora merita molto di più ricordare a Bersani che uno schieramento riformista – di sinistra o di centrosinistra che sia – non può accettare una posizione simile. D’accordo, adesso è inattuabile un’interruzione del governo Monti, ma alle prossime elezioni gli schieramenti devono essere chiari e non equivoci e la parte riformista deve mettere in campo la propria serietà che proprio sulla concertazione tra le parti opposte si è basata e dovrà basarsi.
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