Con l’avvento del governo Monti si è sentito molto parlare di “democrazia sospesa”. Tanto che lo stesso presidente Giorgio Napolitano si è sentito in dovere di intervenire per affermare che la democrazia in Italia non è sospesa per nulla, ma che, anzi, continua nella sua pienezza.
Ho grande stima e ammirazione per il Presidente, ma secondo me questa volta si è sbagliato perché in questo momento la democrazia è davvero sospesa. Il fatto è, però, che si tratta sia di un passaggio inevitabile, sia di un momento di miglioramento e non di peggioramento.
Inevitabile perché la maggioranza non aveva la capacità, né la voglia di fare qualcosa e che la minoranza non riusciva ad avere anche in Parlamento quella maggioranza che possedeva nel Paese.
Di miglioramento e non di peggioramento perché almeno con Monti non si assisterà più all’acquisto di voti parlamentari, né alla realizzazione di leggi ad personam, né allo smantellamento della giustizia, né alla distribuzione di cariche politiche per meriti che certamente politici e tecnici non sono, né alla realizzazione di trucchi per arricchire se stesso o qualche amico sul tipo di quello praticato con la Protezione civile per evitare qualsiasi asta onesta e qualsiasi controllo nell’attribuzione e nella realizzazione delle cosiddette “grandi opere”.
Potremmo addirittura sperare di riavvicinarci davvero a una vera democrazia rappresentativa con l’abolizione dell’attuale legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliersi davvero i propri rappresentanti.
Ma, secondo me, l’errore del Presidente è grave non tanto perché dice una cosa irreale per difendere un governo che in questo momento non può assolutamente cadere, ma perché se si vuole che una democrazia non sia davvero sospesa, bisogna nutrirla accuratamente. E l’alimento più importante per la democrazia resta il dire la verità e i motivi delle scelte. Anche e soprattutto se tutto ciò può apparire – ed è – sgradevole.
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