Poco da dire: o si tratta di ignoranza, oppure è il buon vecchio Freud che fa venire a galla quello che si pensa ma non si vorrebbe dire. Per Berlusconi propendo nettamente per la seconda ipotesi. In apertura della direzione del Pdl ha detto che non è riuscito a dedicarsi tanto al partito «visto tutte quelle elezioni nelle quali ci siamo trovati a essere implicati». Ha detto proprio "implicati", come si può essere implicati in un'indagine per rapina, per giri di droga o prostituzione, comunque in qualcosa di delinquenziale. E non c'è dubbio che il presidente del Consiglio e del Pdl consideri le elezioni come qualcosa di delinquenziale, visto che rischiano di mettere in discussione la cosa per lui più importante: lui stesso.
Ma va anche detto che spesso gli può scappare qualcosa di sconveniente perché lui non dà mai particolare peso alle parole, o alle azioni. Le sue, ovviamente. O comunque dà loro meno peso che alle smentite. Vi ricordate di quando ha giurato sulla testa dei suoi figli che non aveva mai conosciuto l'avvocato Mills? Ebbene, la Cassazione, nel considerare prescritto il reato dell'avvocato inglese, ha ritenuto opportuno sottolineare come e perché, in assenza di decorrenza di termini, sarebbe stato condannato. E il quadro che ne esce è quello di un rapporto stretto con colui che giura sulla testa dei suoi figli di non averlo mai conosciuto.
Forse, a dimostrare ancor più efficacemente che l'importante per lui è la forma, mentre della sostanza non si cura minimamente, è stato il vederlo andare a ricevere la comunione durante i funerali di Raimondo Vianello. Ma come? Se è divorziato. Se personalmente conosco alcuni cattolici convinti che sono divorziati, taluni anche non per loro iniziativa, e che soffrono davvero nel non potersi comunicare perché considerati in costanza di peccato.
Ma niente paura. Per Berlusconi tutto è lecito. A regalargli un lodo divino questa volta è monsignor Fisichella che solennemente - e riuscendo anche a rimanere serio mentre parla - annuncia: «È solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. Berlusconi, essendosi separato dalla seconda moglie con la quale era sposato civilmente, è tornato a una situazione “ex ante"». Quindi, il segreto per restare vicino al Signore, secondo Fisichella, è probabilmente quello di sposarsi e separarsi a getto continuo: così nei frequenti intervalli sarà possibile accedere alla comunione in assoluta purezza.
A pensarci bene, non mi ricordo che a nessuno dei divorziati che conosco e ai quali è stata rifiutata la comunione mai un prete abbia speranzosamente anche chiesto, con la particola pronta: «Ma forse, intanto, magati ti sei di nuovo divorziato?».
La domanda che vorrei porre sia a Berlusconi, sia a monsignor Fisichella che dovrebbe rappresentare la Chiesa, è una. Prendete per i fondelli la gente e spesso la gente anche vi crede. Ma prendere per i fondelli anche Dio, se davvero ci credete, non vi sembra un po' esagerato?
O forse la Chiesa vuole avere la stessa credibilità del presidente del Consiglio?
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