In Svizzera un referendum stabilisce che gli islamici non potranno costruire minareti. In Italia la Lega esulta e propone di inserire una croce sulla bandiera italiana. In Vaticano i vescovi affermano di essere preoccupati perché «strumentalizzare le religioni porta sempre frutti avvelenati».
In tutta sincerità la risposta degli svizzeri non stupisce più di tanto, ricordando come in quel Paese si viva de sempre in un clima quasi da assedio, che fa guardare con paura non soltanto verso gli immigrati – compresi quelli italiani – e le forze di polizia straniere che cercano di frugare tra le porcherie esistenti in quei caveau di banche che sono state molto accoglienti per i nazisti e i loro bottini, ma anche nei confronti dell’Onu.
Stupisce un po’ di più l’atteggiamento dei leghisti. Non tanto per il fatto di voler approfittare del simbolo religioso per sfrucugliare nei recessi più bui e paurosi dell’animo umano, quanto perché vogliono inserire il crocifisso - per il quale raccolgono firme sul banchetto accanto a quello in cui chiedono sottoscrizioni contro il diritto alla sepoltura religiosa per i musulmani - su quel tricolore con il quale Umberto Bossi, attuale ministro della Repubblica, suggeriva a Venezia di servirsi «per pulirsi il culo». E il crocifisso, in questo caso?
Stupisce molto di più la reazione dei vescovi. Anzi, stupisce il loro stupito rammarico. Davvero non se l’aspettavano che si arrivasse a questo? Davvero non credono che se non si interviene con decisione, questa deriva continuerà ad allargarsi come è successo nella prima metà del secolo ai rigurgiti nazisti? Davvero non si sentono un po’ strani a rammaricarsi per il disprezzo verso il simbolo di un’altra religione, mentre non passa giorno senza che il Papa non esprima la necessità che il crocifisso faccia bella mostra di sé nei luoghi pubblici anche se chi lo guarda non capisce più nemmeno di cosa si tratti? Davvero non si sentono responsabili di essersene rimasti ancora una volta in silenzio mentre il razzismo della Lega – perché di razzismo si tratta – ha allargato le sue maglie in una colpevole e diffusa indifferenza?
Abbassare i toni? E perché? Per permettere ai razzisti di portare avanti i loro orrendi propositi di una teorica rancorosa sicurezza? Sono stati proprio i toni bassi, o addirittura l’assenza di parole in più di un campo etico a portarci dove siamo ora. E a rimetterci è anche la Chiesa stessa nella quale moltissimi, che continuano a credere in Dio, ormai credono davvero poco.
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