Suggestiva la recente presa di posizione di Berlusconi: «Anche se i giudici mi condanneranno, non mi dimetterò». Suggestiva perché a uno che si è sempre imposto di osservare la legge, ha il sacro timore dei tribunali e pensa a una condanna più come a un motivo di vergogna che come un peso per la pena da pagare, questo atteggiamento spalanca un nuovo mondo, non solo inesplorato, ma addirittura insospettato.
Prima – semplifico – credevo che ci fossero i buoni e i cattivi, o, meglio, che ci fossero persone che in certi momenti sono buone e in altri cattive. Ma non avrei mai pensato che ne esistessero alcune che sono al di sopra del bene e del male e che decidono loro cos’è buono e cos’è cattivo, che dispongono di una “giustizia fai da te”. E devo dire che l’idea mi affascina.
Se, per esempio, mi scade il tagliando per la sosta a pagamento e vedo un vigile che mi appone una multa sotto il parabrezza, potrei dire che, anche se lui dice che io sono in torto, della cosa non mi interessa nulla perché si rende responsabile di un sovvertimento della mia verità. Senza contare, poi, che questi vigili urbani mica sono stati eletti dal popolo.
Forse bisognerebbe rispondere a Berlusconi in maniera più seria, ma davanti a certe assurdità è davvero inutile perdere tempo. Ringrazio “saritaciani” che è disposta a darmi lezioni di pernacchia. Per intanto devo limitarmi a inviare un “prrrrr” via web.
Se qualcuno vuole farmi compagnia...
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