Questo è davvero un punto di snodo importante per riuscire a capire cosa accadrà di questo Paese.La frase importante, quella su cui dobbiamo fermare la nostra attenzione è stata detta da Berlusconi: «Sì, è vero: non sono un santo».
Orbene, del fatto che lui non sia un santo eravamo già convinti tutti, tranne Bondi e pochissimi altri. Sulla faccenda delle “escort” (chiamiamole pure così) ai suoi fedeli non importava perché i vantaggi di sostenerlo per loro superano largamente il disagio di essergli vicino. Ai cattolici convinti dava molto fastidio il fatto che calpestasse con allegria quei valori della santità della famiglia che tanto esaltava per accaparrarsi i voti dei credenti. I laici erano orripilanti che addirittura se la facesse con minorenni.
Ma non è il saltellare da un letto all’altro con compagnia sempre diversa il punto fondamentale. E, infatti, a farci capire quanto poco sia importante il libertinaggio è proprio il fatto che lo stesso Berlusconi, ormai impossibilitato a negare la realtà, tenti di convincere tutti che soltanto questa è la sua colpa.
Il problema non è che lui non sia un santo. È che lui è un bugiardo.
E se questo può essere fastidioso o colpevole nei normali rapporti di ogni giorno, è pernicioso e pericolosissimo quando a essere bugiardo è il presidente del consiglio di una nazione. Se inganna il suo popolo in una cosa tutto sommato di importanza minore, cosa potrà fare – cosa ha fatto in tutti gli anni in cui è stato al governo? – quando dovrà convincere gli italiani che le sue scelte sono per il bene comune e non per il bene suo e delle sue aziende? Cosa potrà fare – cosa ha fatto in tutti gli anni in cui è stato al governo? – quando dovrà difendersi dai ricatti di coloro che sanno quello che in realtà ha fatto?
Non c’è dubbio che in tutto il mondo l’ammissione di Berlusconi di essere un bugiardo diventerà il primo capo d’accusa nei confronti di uno che pretende di farsi passare per statista. Il problema è quello di vedere cosa accadrà in Italia.
Berlusconi ha ammesso le menzogne smentite con forza da mesi perché lui e i suoi avvocati e consiglieri sono convinti che in Italia mentire non sia considerato un peccato. Se avrà ragione lui, allora sarà molto difficile risalire da quell’abisso di disvalori, tra cui un razzismo di cui è succube oltre che complice, in cui ha trascinato un intero Paese. Se avrà torto, ma bisognerà che glielo si dica ad alta voce e che anche la Chiesa glielo ricordi ad alta voce, allora sarà cominciata la strada per ridare alla politica quella dignità che in altri tempi ha permesso il progresso sociale.
Io non posso accettare di essere rappresentato da un bugiardo. E voi?
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